Bastano poche ore di volo per catapultarsi in un nuovo mondo.
La settimana in Marocco è stata travolgente, mutevole, accattivante, pungente, stordente e ammaliante.
Il Marocco si trova ai confini nord dell’Africa, affacciato sull’Oceano Atlantico e dista pochi chilometri dalla costa spagnola. Sembra così vicino, eppure è così lontano.
E’ un paese che cambia di città in città, dal deserto alle oasi, dalle montagne innevate alle onde salate. La cultura, il paesaggio, gli abiti, la lingua e la religione, mutano di sfumature ad ogni chilometro macinato. Ogni tappa è stata come vivere un Marocco “diverso”.
In questo post, ti svelo informazioni pratiche e consigli, basate sulla mia esperienza, come donna e come viaggiatrice, per affrontare e organizzare il tuo prossimo viaggio in questa terra da mille e una notte.
Una settimana in Marocco: motivi del viaggio
Una settimana in Marocco: consigli pratici
Informazioni sulla religione da sapere
Come arrivare, visto, sicurezza, moneta, clima e fuso orario
Come spostarsi, come comunicare, internet e telefono
Come vestirsi, come comportarsi (e come sono i marocchini), cosa mangiare
Prezzi, mancia e trattare sul prezzo
Viaggio in Marocco: la valigia psicologica
Una settimana in Marocco: il nostro itinerario
Decidere di andare in Marocco è stato molto semplice.
È bastato pronunciare il suo nome per invitare la mente a perdersi in un immaginario incantevole, fatto di magia, profumi, colore e panorami suggestivi. E posso dire che è tutto vero.
Sara ed io abbiamo pensato al Marocco dopo aver fatto un viaggio in Andalusia, una regione spagnola bellissima che ha subito molte influenze arabe nei secoli passati.
Lì avevamo visto l’architettura islamica, così certosina e affascinante, abbiamo mangiato tapas speziate nei quartieri arabi e siamo entrate nella moschea, davvero unica al mondo, situata a Cordoba.
Dopo aver assaporato uno stile marocchino rimanendo in Europa, volevamo vedere il Marocco nella sua essenza più autentica. Nel nostro immaginario c’erano notti in riad, gustosi cous-cous e tajine, vibranti mercati e il desiderio di scoprire una cultura millenaria da noi così differente.
Un altro valido motivo è stata per noi la fotografia, una nostra grande passione, che prende forma nella fotografia di viaggio. Il Marocco è stato meta di grandi fotografi, come Steve McCurry e Gabriele Basilico, per ovvi motivi: è una terra dove i colori caldi e freddi si mischiano in un sublime fascino, che ispira e direziona lo sguardo verso cornici arabe senza tempo.
Da immortalare.
[Un mio orgoglio: un mio scatto di Casablanca è stato premiato al concorso di fotografia di viaggio indetto da Kanaga]
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La religione ufficiale del Marocco è l’Islam, ma la Costituzione legittima la professione di altre minoranze, come Cristianesimo e Ebraismo.Questo rende il paese un luogo di convivenza, tollerante delle diversità.
La religione islamica permea la quotidianità del popolo marocchino con rituali e comportamenti pubblici, per questo credo sia molto importante conoscere alcuni suoi aspetti per affrontare un viaggio in Marocco che sia consapevole e rispettoso:
Il paese è servito da numerose compagnie aeree low-cost che collegano le nostre città italiane a quelle marocchine.
Il volo dura circa quattro ore e il prezzo varia in base al periodo, ma è facile cogliere numerose offerte a prezzi davvero bassi.
Noi abbiamo speso circa 40 euro per atterrare a Fès e ripartire da Marrakech con Ryanair, approfittando del Black Friday.
Il visto d’ingresso non è necessario, per i turisti italiani, per un soggiorno di massimo 90 giorni.
Per entrare in Marocco è obbligatorio un passaporto con validità di almeno 6 mesi.
Durante il volo verrà consegnato un modulo per lo sbarco da compilare con alcuni dati personali e il motivo del viaggio, da mostrare in dogana.
Lo stesso modulo verrà compilato al momento della partenza dal paese.
In generale, non sono previste vaccinazioni obbligatorie.
Un consiglio valido per ogni viaggio, è di portare con te medicine usate normalmente, qualcosa di più specifico per la digestione, e un kit per il primo soccorso. Se ne senti il bisogno, puoi fare una cura di fermenti lattici prima di partire per rinforzare l’intestino.
Come ogni viaggio all’estero, ti consiglio di partire sempre con un’Assicurazione sanitaria di viaggio.
Il Marocco è un paese sicuro che necessita, come ogni puntino nel Mondo, di alcune accortezze.
Noi abbiamo scelto, ad esempio, di rimanere ogni sera nei riad dato che le medine, entro cui alloggiavamo, diventavano molto silenziose e desolate.
Nei luoghi più affollati, tenevamo gli zaini davanti e cercavamo di avere i soldi pronti per pagare alle bancarelle.
Soprattutto nei souk pieni di turisti, cerca di fare attenzione ai piccoli borseggiatori visti in azione un paio di volte.
Purtroppo, il nostro viaggio è avvenuto subito dopo ad alcuni fatti di cronaca che hanno coinvolto due turiste straniere. Questo ha comportato molta – comprensibile – preoccupazione da parte delle nostre famiglie che, all’inizio, ha appesantito di pregiudizi la nostra prima impressione di Fès facendoci distorcere la realtà che avevamo di fronte.
Ti invito a leggere il paragrafo sottostante “come comportarsi e come sono i marocchini” per comprendere meglio il nostro punto di vista di viaggiatrici.
Come prima di ogni viaggio, per informazioni sempre aggiornate, ti consiglio di consultare la scheda del paese sul sito della Farnesina.
Ricordati, infine, di inserire il tuo nominativo nella pagina “Dove siamo nel Mondo” della Farnesina soprattutto se il viaggio è auto-organizzato.
La moneta locale è il Dirham marocchino. Ad oggi, 1 euro equivale a 10,73 Dirham.
È possibile cambiare i soldi negli Exchange presenti in aeroporto e nelle città.
Valida alternativa, più semplice e veloce, è prelevare direttamente agli sportelli ATM, quindi assicurati, prima di partire, di avere una carta di credito accettata e di avvisare la tua banca che sarai al di fuori dell’Unione Europea. Noi abbiamo utilizzato sia il Circuito Maestro sia Mastercard senza difficoltà.
Non è possibile cambiare i soldi al di fuori del paese, quindi, se ti restano molti Dirham recuperati in precedenza, puoi convertirli in euro presentando le precedenti ricevute.
Il clima in Marocco è estremamente vario perché il territorio spazia dalle rive dell’Oceano Atlantico, ai Monti dell’Atlante fino al deserto. La parte costiera è mite e ventilata quasi tutto l’anno, mentre l’entroterra raggiunge temperature elevate d’estate e fredde d’inverno, con forte escursione termica tutto l’anno nelle zone desertiche.
Noi siamo partite a Maggio, un mese che abbiamo trovato ideale per girare ogni angolo.
Il fuso orario del Marocco è di -1 ora rispetto all’Italia e – 2 ore quando in Marocco si svolge il Ramadan.
Essendo ben collegate le città che volevamo visitare, abbiamo scelto di muoverci in treno, un modo poetico ed elegante di viaggiare. Noi siamo sempre state in prima classe ad un prezzo irrisorio (circa 11 euro a tratta) prendendo i biglietti poco prima della partenza e controllando gli orari sul sito ONCF.
Per raggiungere Chefchaouen in giornata, abbiamo optato per un driver privato contattato dal Riad di Fès. Comodità che ha avuto il suo costo (circa 80 euro a testa).
All’interno delle città, ci siamo sempre spostate a piedi scegliendo una posizione strategica dell’alloggio e avvalendoci di mappe scaricate sul telefono – come Google Maps o app HereWeGo.
Abbiamo preso taxi da e per le stazioni a prezzi sempre molto modici.
Le lingue ufficiali sono l’arabo e il berbero marocchino, ma il francese e lo spagnolo sono diffuse in ambito amministrativo. Altri idiomi europei, come l’italiano e l’inglese, sono diffusi nelle città più turistiche.
Abbiamo trovato rete wifi gratuita quasi in ogni locale in cui ci siamo fermate. Escludendo Fès, in cui forse avremmo desiderato usare internet un po’ più spesso, non abbiamo mai avuto problemi o sentito l’esigenza di essere collegate al resto del Mondo h24.
Se preferisci prendere una sim locale per comodità, tra quelle che avevo selezionato, ti rimando a Orange, sim gratuita con ottimi piani tariffari – riconosci le bancarelle ovunque perché gli addetti sono vestiti in arancione!
Essendo il Marocco un paese musulmano e noi solo ospiti, è cosa buona indossare un abbigliamento che rispetti questa credenza.
Per gli uomini è, ovviamente un po’ più semplice, per noi donne è necessario fare qualche precisazione.
Il Marocco è una terra abbastanza moderna e abituata al turismo straniero, ma, ammetto, che io e Sara abbiamo assistito a scene poco piacevoli. Ad esempio, una donna non si era accorta della trasparenza della lingerie sotto l’abito lungo bianco, innescando parole e occhiatacce da uomini marocchini, e portandola a coprirsi con un cappello per l’imbarazzo. È stata una scelta infelice ma del tutto innocente, accaduta a Marrakech. Tuttavia, nella stessa città, riconosciuta come luogo progressista e internazionale, abbiamo anche visto ragazze più succinte, con pantaloncini e scolature.
In linea generale, il Marocco è un paese aperto e tollerante al turismo occidentale, sta a noi scegliere di rispettare questo popolo e il suo credo.
Un mio consiglio, alle donne che leggono, è di munirsi sempre di una sciarpa per coprire le spalle e di indossare abiti e pantaloni lunghi, morbidi e coprenti.
Il popolo marocchino è ospitale, generoso e rispettoso delle diversità, e questo posso dirtelo con certezza, come testimoniano gli incontri fatti in ogni città di cui ti ho raccontato nei relativi post. Ogni conoscenza ci ha regalato un momento di condivisione sincera, accoglienza, calore umano e gratitudine, qualità che solo persone di cuore possono farti provare.
Nelle zone più turistiche, comunque, abbiamo riscontrato più spavalderia, nutrita dal via vai di stranieri disponibili a spendere soldi: spesso le persone cercheranno di convincerti che desiderano darti una mano o che un luogo che vorresti visitare è chiuso, e si offriranno per accompagnarti nei souk per poi chiederti una mancia in cambio. Lascia perdere.
Una cosa che abbiamo notato è che il tono di voce delle persone è abbastanza alto e spesso può intimidire, ma è solo un modo di fare, non è maleducazione.
Qualora avessi bisogno di informazioni, rivolgiti serenamente ad un negoziante o ad un ristoratore, saranno lieti di aiutarti.
Se vuoi fotografare, soprattutto le persone e i negozianti, chiedi il permesso perché non tutti desiderano farsi immortalare. Per scattare le “famose fotografie di Instagram” dentro ai negozi di lanterne è richiesta una mancia.
A posteriori, posso rispondere di sì.
Il mio consiglio è di non avventurarti in luoghi troppo isolati e di prestare attenzione nelle zone affollate. Siate grintose, ascoltate l’istinto, siate educate ma intransigenti.
Cercate di mantenere un abbigliamento adeguato agli usi e costumi del paese e di affidarvi a guide locali per fare escursioni al di fuori delle città.
Durante il viaggio abbiamo avuto solo due momenti, un po’ snervanti, dove siamo state circondate da uomini intenzionati a darci un aiuto non richiesto, come dirci la strada per il riad o raggiungere un’attrazione. La prima volta, l’educazione ci aveva fatte desistere e il tono alto di voce ci aveva un po’ ansiate, ma, dopo aver imparato a dire “la la la shukran” (“no no no grazie”) e a mantenere il passo dritto per la nostra strada, è stato tutto più semplice.
L’aspetto per noi più sorprendente di queste situazioni è stato che siamo state “soccorse” con tanta gentilezza da altre donne marocchine che hanno compreso la nostra difficoltà.
Il Marocco offre una cucina molto speziata e deliziosa, con carne, verdure e dolci.
Tra i piatti tipici troverai:
Noi ci siamo spesso fermate alle bancarelle di dolci buonissimi e spremute fresche d’arancia.
Alcuni consigli, validi un po’ ovunque nel Mondo, è quello di bere sempre acqua in bottiglia sigillata, mangiare frutta senza buccia e di prediligere cibi cotti. Per il resto, gusta e via!
Il Marocco è un paese con prezzi medio-bassi sia per il cibo sia per gli acquisti. Sul tuo viaggio potrebbero incidere la tipologia di trasporto interno, la classe dell’alloggio e l’ingresso ad alcuni siti turistici. La mancia è gradita ma non obbligatoria.
Si dice che “trattare sul prezzo” sia un’esperienza d’obbligo e molto divertente, ma, lo ammetto, pur conoscendo le regole di base, non ne sono mai stata sfacciatamente capace.
In teoria, dovresti aspettare l’offerta del venditore, poi dovresti tu proporre di dimezzarla e infine una terza offerta che sarebbe la via di mezzo rifatta dal venditore. Molto spassoso, dicono.
Quello che succedeva a me e a Sara, è che ci ritrovavamo spesso a pagare quasi il prezzo pieno, tanto da far sentire in colpa i negozianti che decidevano di rincorrerci per regalarci qualcosa – o così l’abbiamo vissuta noi.
Ah sì, quando si compra, bisogna sorridere, sempre.
Siamo in un’epoca fatta di muri di diffidenza e, il Marocco, è uno dei paesi che più ho sentito essere impregnato di pregiudizi. Anche noi ne siamo state avvezze all’inizio del viaggio, come ti ho raccontato nel paragrafo sulla sicurezza.
Non c’è cosa più sbagliata che partire per un paese “diverso” con la mente avvolta da una nube di pensieri preoccupati.
Prima di decidere il tuo viaggio, quindi, il mio consiglio è di conoscere e di rendere più familiare questo paese e il suo popolo per permetterti un’esperienza serena, autentica e appagante.
Ecco alcuni consigli per riempire la tua valigia psicologica che spero possano esserti di aiuto per comprendere meglio le tue motivazioni di viaggio e di scegliere con il cuore i luoghi da visitare.
I tuffatori di Casablanca: appunti sul Marocco di Rosita Ferrato
Storie di parole arabe di Alessandro Vanoli
Marocco di Guida Traveller del National Geographic
Le crociate – Kingdom of Heaven (2005) di Ridley Scott, girato negli studi cinematografici di Ouarzazate e a Siviglia.
L’uomo che sapeva troppo (1956) di Alfred Hitchcock, ambientato a Marrakech.
A Casablanca gli angeli non volano (2004) – di Mohamed Asli, ambientato a Casablanca
Ismail Zaidy – fotografo marocchino contemporaneo
Gabriele Basilico – fotografo italiano che ha raccontato il Marocco degli anni ’70
Siamo atterrate la sera a Fès con un volo diretto da Bergamo.
Il primo giorno è stato dedicato interamente alla sua medina, così labirintica, claustrofobica e folkloristica, e alle sue attrazioni. L’intento era quello di familiarizzare con questo nuovo paese, ma, in realtà, ci siamo solo perse ripetutamente e disperatamente. Portiamo con noi un forte shock culturale iniziale, superato grazie ai momenti di gentilezza negli incontri con alcune persone e all’armonia creata dal muezzin a cui assistevamo ogni sera dal tetto del riad. E’ una città complessa e disorientante, ma, trasformando la preoccupazione in eccitazione per la scoperta, si lascerà comprendere.
Un intero giorno è stato dedicato alla città blu, un nostro sogno nel cassetto. Abbiamo raggiunto Chefchaouen in giornata con un’auto privata organizzata dal riad.
Frenesia.
Dove dormire: Riad Dar Tafilalet
Abbiamo raggiunto Casablanca con un treno diretto nel primo pomeriggio.
La città si è presentata, ai nostri occhi, meno moderna e all’avanguardia rispetto a come ce l’aspettavamo, ma la visita alla Grande Moschea Hassan II è valsa da sola il viaggio.
Nel nostro cuore il ricordo del tempo passato sedute ai piedi della Grande Moschea, ad osservare credenti e passanti durante il muezzin, accanto all’oceano Atlantico.
È stato magnifico.
Dove dormire: Hotel Kenzi Basma
Un altro treno ci accompagna a Marrakech, ultima tappa di questa magica settimana e luogo dove la magia marocchina prende forma. Una città da mille e una notte, da conoscere sia il suo lato più caotico e folkloristico sia quello più elegante e ricercato.
L’inizio del Ramadan non ci ha permesso di visitare alcuni siti di nostro interesse, ma non è stato un problema. Non vediamo l’ora di tornare in questa città.
Affascinante.
Dove dormire: Riad Boustane
Salutiamo il Marocco con la mente intrisa di ricordi avvolgenti.
Questo paese è capace di stregarti e di incantarti.
A presto!
Buon viaggio in Marocco!
Una psicologa con la valigia sempre in mano.
Benvenuti nel blog di Psicologia del viaggio.
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