Viaggiamo con curiosità alla scoperta del Mondo, attraversiamo i confini e sperimentiamo culture diverse per metterci alla prova.
Cerchiamo di sentirci cittadini del Mondo e spesso è entusiasmante.
A volte meno.
Capita infatti che, messo piede in terra straniera, basti poco per rendersi conto delle enormi diversità: abitudini, religioni, cultura, cibo, architettura, regole.
Tutto cambia.
E, ammettiamolo, a volte è uno shock. Sopraggiunge quel senso di isolamento ed estraneità che ci impedisce di immergerci a fondo nell’esperienza di vivere liberamente un paese straniero.
Pensando alle “piccole cose”, quando ero a Brema per lavoro, in Germania, ho rischiato di non riuscire a cenare perchè lì, la cena, era servita entro e non oltre le otto di sera. Gli orari sono tutti anticipati rispetto ai nostri: prima la colazione, prima il pranzo, prima la cena e prima si va a dormire. In sintesi, i ristoranti iniziano a sparecchiare quando tu sei abituato a sederti a tavola, ogni volta.
Ci sono poi le “grandi differenze”, quelle che ti richiedono uno sforzo mentale per capirle ed interiorizzarle. Parlo della condizione delle donne, del lavoro minorile, dell’educazione civica, del contesto ambientale, della povertà più nera, delle religioni che scandiscono la quotidianità. Tutte realtà con cui dobbiamo confrontarci quando ci allontaniamo di qualche passo dall’uscio di casa.
Che sia un viaggio di lavoro o un viaggio di piacere, si incorre sempre nel rischio di percepire le differenze culturali come un ostacolo o una barriera.
Prima di partire quindi è sempre utile prepararsi su ciò che andremo a vedere, non per rovinarci la sorpresa, bensì per permetterci di apprezzare e valutare consapevolmente l’unicità di ogni luogo.
Informarsi sulla nuova destinazione non si ferma allo studio mnemonico di una mappa o di una guida da viaggio.
Cerca almeno un libro narrativo che racconti l’esperienza di un’altra persona, guarda i film che raccontano la storia o i documentari su una questione collegata a quel paese.
Ti parlerò presto in dettaglio di come mi sono preparata per un viaggio in Cina, ma ti anticipo che ho letto almeno due libri di Terzani e fatto indigestione dei film di Jackie Chan presenti su Netflix.
Tra risate, stereotipi e riflessioni, ho potuto conoscere prima di partire alcune tradizioni, modi di comportarsi e paesaggi, dimensioni che ho apprezzato in modo più critico una volta messo piede lì.
Proprio a partire dai libri e dai film, cerca informazioni su internet anche sulle abitudini quotidiane di quel popolo. Cosa mangiano? Ci sono rituali? Come si salutano le persone? Cos’è considerato “sconveniente”?
Se vai in Thailandia, per esempio, ricordati che nei templi non puoi mostrare i piedi alle statue del Buddha, quindi dovrai inginocchiarti. Ricordo le guardie del Wat Pho di Bangkok che riprendevano i turisti che in cerchio ridevano senza capire per cosa venissero rimproverati, e non è stata una piacevole scena perché l’essere turisti non dovrebbe essere “faccio come se fossi a casa mia”.
E ricorda inoltre che non è concesso neppure deridere o screditare i reali, è considerato un reato – quindi quando sei imbottigliato nel traffico di Bangkok, ricordati di parlare in italiano per sicurezza.
Molti stranieri che ho conosciuto ci definiscono in funzione di alcuni stereotipi che ormai hanno girato il Mondo: i “baci e abbracci” calorosi per salutare qualcuno oppure la gestualità simbolica usata come inciso mentre parliamo e che nessuno, a parte noi italiani, riesce a capire intuitivamente.
Internet ci permette oggi di entrare in contatto con persone sconosciute, ma disponibili a fornire informazioni.
Sfoglia blog di viaggio e poni domande o interagisci chiedendo informazioni e consigli sui gruppi di viaggiatori (uno dei miei preferiti è “Spenderò tutti i miei soldi in viaggi”).
Hai bisogno di sapere i documenti? L’indirizzo di un ufficio? Sapere se ci sono dei comportamenti specifici da adottare? Non sentirti in imbarazzo e non avere paura di porre domande.
Conoscere qualcuno in prima persona che ha vissuto in quel luogo o che ne ha già avuto esperienza, ti aiuterà ad avvicinarti al punto di vista dello straniero, a sapere che tipo di esperienza e reazione devi aspettarti e come muoverti in quelle terre sconosciute.
Uno degli aspetti che più ci blocca quando siamo all’estero è il non riuscire a comunicare come vorremmo. Sai la verità? È normale, e nessuno in quel paese straniero si aspetta che tu debba parlare la loro lingua.
Ci sono diverse soluzioni che puoi adottare: impara, e segnati sul cellulare o su un foglio, alcune parole di base come “grazie”, “buongiorno”, “Buon appetito”, “che bello”.
Per aiutarti, come è successo per me in Cina, ti consiglio anche di segnarti delle frasi pratiche per facilitare le interazioni: “dov’è la fermata?” “quanto costa?” “quanto tempo ci vuole?” “cosa consigli?” “Può aiutarmi?”.
Cerca di mantenere inoltre un atteggiamento positivo ed empatico, non nasconderti dietro la barriera del linguaggio, tra persone “ci capiamo lo stesso”: usa lo sguardo quando possibile o i gesti per indicare un oggetto o per descrivere un’azione – ma non fare “all’italiana”, alzare la voce e scandire le parole non renderà improvvisamente il tuo italiano più chiaro ad un thailandese, un tedesco o un messicano.
Questo suggerimento ti permetterà di sentirti più “appartenente” a quel luogo e di percepirlo meno distante.
Dopo aver studiato ed esserti preparato alle tradizioni locali e a comunicare, non ti resta che interiorizzare tutto, fare un respiro e mettere in pratica.
Una volta che sei in viaggio, rispetta la cultura locale cercando di apprezzare ciò che la rende diversa. Cerca di assorbire le nuove abitudini, osserva senza interferire nei rituali, prova ad interagire con garbo e discrezione.
Cina. Dove sono i locali ad avere uno shock culturale di fronte al turista occidentale.
Imparerai così a “metterti nei loro panni”, a relazionarti scambiando anche solo un sorriso o una risata, a sentirti “connesso” con un senso di appartenenza e di comunità pur stando a migliaia di chilometri di distanza da casa tua, concedendoti di vivere proprio quelle differenze come fonte di ricchezza.
Conoscere il Mondo ci permette di sviluppare una mentalità più matura e aperta scoprendo, nella diversità, la somiglianza con l’altro, e tornare a casa più ricco di prima.
Una psicologa con la valigia sempre in mano.
Benvenuti nel blog di Psicologia del viaggio.
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