Gratitudine in viaggio: tre modi per aprirci alla bellezza del Mondo

9 Marzo 2021
tramonto a Mandalay

 

“Sono grato di avere un certo passaporto, di essere libero, di essere vivo – Gianluca Giotto”


Stavo leggendo un post su Mangia Vivi Viaggia che mi ha fatto rivivere i momenti di umana riconoscenza vissuti in viaggio. Quei momenti che scaldano il cuore in modo impalpabile e indelebile.
Ecco perché vorrei tanto parlarti di questo insegnamento: la gratitudine in viaggio.


Cos’è la gratitudine


La gratitudine è una forma di apprezzamento che proviamo verso qualcosa che per noi è significativo, è uno stato d’animo di benessere e di profonda riconoscenza che ci permette identificare le cose buone nel Mondo e nella nostra vita.
Per sperimentare la gratitudine sono necessari due momenti: dobbiamo accorgerci che stiamo vivendo un evento positivo e questo evento deve esser stato generato intenzionalmente da qualcuno.

Non parliamo di beni materiali, perché non possiamo provare gratitudine nelle “cose” che possiamo comprare, nei “favori” che possiamo ricevere o nelle “comodità” che possiamo recuperare con facile pigrizia.

Parliamo di momenti esperienziali che non hanno prezzo.
E, di momenti così, il viaggio ne è pieno.

 

Momenti di gratitudine in viaggio – Inwa, Myanmar

 


La gratitudine in viaggio


Il viaggio ha il potere di farci sperimentare la gratitudine in modo autentico e inatteso, portandoci a consolidare il ricordo positivo di un luogo. Ciò che ci riempie l’anima e il cuore, stracolmi anche quando siamo tornati a casa, sono tutte quelle esperienze umane vissute inaspettatamente che aumentano il nostro senso di riconoscenza verso quel popolo, quel paese, verso il Mondo.

Così è successo a Longji, quando il capo famiglia di una modesta locanda, dove ci siamo fermati a cena, ha invitato me e Lele a condividere con lui e i suoi cari un Hot-pot prima di andare via. Siamo rimasti lì al chiaro delle luci al neon della veranda parlando con il traduttore in mano del telefono. Lui e la sua famiglia erano curiosi, ci riempivano di domande sul nostro viaggio in Cina e su come cucinavamo il riso in Italia. Una serata tra sorrisi e sguardi genuini, di cui sono stata enormemente grata.

 

Hot-Pot condiviso e brindisi, Longji



Ancora a Capoverde, dove ci siamo fermati a parlare al tramonto con un ragazzo, Mara, un venditore ambulante senegalese. Ci siamo fatti raccontare la sua storia, di come mantiene a distanza la famiglia, di quanto sia difficile essere lontani. Per il solo fatto di essere stati lì con lui a scambiare due chiacchiere con interesse, ci regalò una statuetta in legno fatta con le sue mani dicendoci “siete delle brave persone”.

 

Gratitudine in viaggio, Mara – ci ha regalato la statuetta di destra.


E di nuovo in Sardegna, nel paesino di Banari, dove Tia Chiara, con estrema gentilezza e dolcezza, è uscita da casa sentendomi parlare delle sue mollette colorate per il bucato, tradizionalmente appese su un filo attaccato al muro esterno. In mano teneva dei biscotti fatti da lei e un crodino da offrirmi per scambiare due chiacchiere insieme in un pomeriggio di agosto. Un’ospitalità che, sinceramente, ho trovato poche volte nel Mondo.

 

Tia Chiara e i suoi biscotti


Il Viaggiare mi ha regalato momenti di autentica gratitudine facendomi tornare a casa più riconoscente alla vita che ho la fortuna di vivere.
Sì, fortuna.
Mi capita spesso di rientrare a casa dai miei viaggi con commozione, ripensando alla fortuna che ho di tornare in un appartamento in mattoni, con un tetto saldo, acqua potabile ed elettricità a volontà, di possedere un passaporto che mi permette di entrare in quasi tutti i paesi del mondo senza sospetto o difficoltà, e di vivere in un territorio dove non si rischia di morire per guerre civili, povertà o denutrizione.


Viaggiare mi ha insegnato che la gratitudine è un non dare per scontato la vita




Come esercitare la gratitudine in viaggio


La gratitudine ci permette di riconoscere e apprezzare ancora di più il valore della vita e di arricchire l’esperienza di un viaggio.

Ecco 3 modi per esercitare la nostra gratitudine quando siamo lontani da casa:



1) Prenditi una pausa, ovunque tu sia (per migliorare te stesso)

 

Quando siamo di corsa, facciamo fatica a renderci conto di ciò che ci sta attorno. Per vivere la gratitudine dobbiamo innanzitutto accorgerci di stare vivendo un evento positivo.

La gratitudine ci spinge a valorizzare gli aspetti più umili e genuini che incontriamo, ad essere consapevoli di tutti quegli elementi che rendono una fonte preziosa di arricchimento la nostra vita.

Lungo il percorso di un tuo viaggio, prenditi sempre un pausa. Ferma la macchina, siediti e osserva, ascolta ciò che ti circonda e nota la bellezza. Il rumore della pioggia, il vento, le risate, il silenzio, i colori, i sorrisi, i suoni. Apri te stesso e accogli ciò che ti circonda riconoscendo, nella semplicità, gli aspetti della vita più preziosi e straordinari.

 


2) Scambia due chiacchiere (per migliorare le relazioni con gli altri)


La gratitudine è un sentimento che migliora i rapporti sociali e umani, contribuendo ad avere scambi più positivi, costruttivi e di autentico interesse che promuovono atti di empatia e di sostegno reciproco. Ringraziare significa riconoscere l’utilità del gesto dell’altro, dandogli valore, facendo sentire il nostro interlocutore trattato alla pari.
Questi benefici psicologici sono ben noti alla religione buddhista che sostiene come “Ogni azione, pensiero e parola ha immancabilmente un effetto sull’ambiente e sugli altri esseri viventi, e in qualche modo influenza la nostra esistenza“.
Quando sei in viaggio, quindi, permettiti di farti coinvolgere dalle persone del posto, interessati alle loro vite, ai loro mestieri, te ne saranno grati.
Da gratitudine, nasce gratitudine.

 

Chiacchiere sulle scale di un tempio di Bagan, Myanmar



3) Ringrazia in ogni lingua (per allenare il cervello e ridurre l’ansia)


Dire “grazie” fa letteralmente bene al fisico e al cuore.

La gratitudine è uno stato che stimola una parte del nostro cervello coinvolto nel circuito della ricompensa, lo stesso che si attiva quando mangiamo il nostro cibo preferito o facciamo un’azione appagante. Quando proviamo gratitudine avviene il rilascio della dopamina – il neurotrasmettitore della felicità – che rallenta la frequenza del battito cardiaco e diminuisce gli stati di ansia.

Un sentito “grazie” allena il cervello a cogliere momenti piacevoli più spontaneamente in futuro, instillando un circolo virtuoso che sostiene un atteggiamento positivo e aperto alla vita.
Ovunque tu vada, segnati e impara a dire “grazie” nella lingua del posto. Comunicherai in un modo intuitivo e genuino, e le persone noteranno il tuo impegno nel volerti avvicinare e ad aprire a loro.

In viaggio, ho imparato a dire “grazie” in:

– Birmano: ကျေးဇူးတင်ပါတယ် (si legge “Jay zu tin bar deh”)

– Ceco: Děkuji (si legge “dìk”)

– Cinese: 谢谢 (si legge “xiè xiè”)

– Croato: Hvala

– Hindi: Namasté

– Indonesiano: Terima kasih

– Inglese: Thanks

– Francese: Merci

– Malese: Terima kasih

– Olandese: Dank je

– Portoghese: Obrigado

– Spagnolo: Gracias

– Swahili: Asante

– Tedesco: Danke

– Thailandese: ขอบคุณ (si legge “Kop Kun”)

– Arabo: شكرا لك (si legge: “shukran lak”)

 

Viaggiare ci permette di conoscere noi stessi all’intero di un Mondo fatto di diversità.
La gratitudine è un sentimento da provare, allenare e coltivare, ovunque ci troviamo, una bussola che ci guida nella nostra vita verso ciò che per noi è appagante e significativo.

 

E tu, in che direzione vuoi andare?



Travel Psych Tips: per approfondire


Kumar, A., Killingsworth, M. A., & Gilovich, T. (2020). Spending on doing promotes more moment-to-moment happiness than spending on having. Journal of Experimental Social Psychology, 88, 103971.

Walker, J., Kumar, A., & Gilovich, T. (2016). Cultivating gratitude and giving through experiential consumption. Emotion, 16(8), 1126.

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