Scrivo dal ponte del traghetto che mi sta riportando “sul continente”. E’ così che lo stivale italiano viene chiamato dagli abitanti di questa affascinante isola.
Torno da una settimana passata nel cuore della Sardegna, a Banari, un piccolo paese in cima alle colline dell’antica regione Mejlogu.
Da qui, sono andata alla scoperta di zone meno conosciute dell’isola e ora ti svelo cosa vedere nella Sardegna Nord-Ovest.
Qui ho visto quella Sardegna che non si vede
Ogni mattina, mi alzavo per fare due passi in paese. Fuori dalla porta, c’erano sempre dei mici sotto la macchina che riposavano. Le stradine sembravano disabitate, il paese era silenzioso, ma sapevo che c’era sempre qualcuno pronto ad osservarmi – e ad aspettarmi – dietro le fessure delle persiane.
Perché, quando passeggiavo, le porte di casa si aprivano per porgermi dei biscotti, un grappolo d’uva appena comprato o un caffè aromatico, così, per salutare e conoscere quel forestiero che ha scelto di passeggiare per quella stradina.
Ho capito che i sardi sono guardinghi e silenziosi, dei grandi osservatori, e che preferiscono comunicare con i gesti che valgono più di mille parole.
Così, tra una chiacchiera e l’altra con Lorenzo, Peppino, Carmelo, zia Lucy e Giovanna, ho scoperto luoghi alternativi dove andare al mare e dove vedere il tramonto, per scappare dai quei “soliti” posti elencati nelle guide turistiche, sempre bellissimi tranne in estate.
A fine giornata, durante la passeggiata serale di porta in porta, la prima domanda era sempre “Ti è piaciuto? Bello vero?”
Ho scoperto che i sardi non sanno nuotare e non vanno in spiaggia in agosto, ma amano follemente il mare. Quel mare potente, che in passato li ha protetti dalle invasioni straniere rendendoli fieri della loro unicità, del loro “essere sardo” – non a caso, i quattro mori sulla bandiera rappresentano le loro vittorie.
Ora ti svelo i loro consigli, ecco cosa vedere nella Sardegna Nord-Ovest, cinque luoghi che forse non conosci, ma, fidati, te ne innamorerai.
Sono diversi anni che sono ospite in questo piccolo comune nella provincia di Sassari, a 60 chilometri dal mare, circondata da campagna, prati e colline a perdita d’occhio, che, in primavera, si trasformano in un arcobaleno.
A Banari vivono 570 persone, letteralmente, – una decina sono ultranovantenni – tutti orgogliosi di essere banaresi. E giustamente!
Qui è stata scattata una foto di gruppo da Guinness dei primati, di cui puoi trovare la gigantografia appesa all’ingresso del paese.
Banari vive di tradizione, agricoltura, pastorizia e artigianato, ma, soprattutto, è conosciuta per la roccia rossa, la trachite, con la quale sono state costruite case, marciapiedi e sculture.
Ti consiglio di esplorare il paese e di perderti per le stradine fino ai suoi selvaggi confini. Segui la via degli artisti che si sviluppa in un sentiero panoramico per osservare le opere d’arte che decorano le mura delle case e poi, nel tornare indietro, vai alla scoperta dei murales che raccontano la storia del paese.
Concludi con un caffè, un bicchiere di mirto e quattro chiacchiere al bar della piazzetta per lasciarti osservare e coinvolgere dalla più semplice e pura ospitalità, e poi recati a mangiare in uno dei due ristoranti più deliziosi in cui abbia mai mangiato: il Sa Casara (Banari) e il Cavallino Rosso (situato nel comune di Thiesi a pochi chilometri di distanza).
Autenticità sarda
Una ex miniera di zinco e piombo argentifero, oggi un villaggio fantasma e museo a cielo aperto nella costa ovest della Sardegna, a circa 40 chilometri da Sassari. È uno dei siti di archeologia industriale più suggestivi d’Europa, parte integrante del parco geominerario della Sardegna.
Lungo la strada panoramica potrai fermarti in una delle numerose calette, una più graziosa dell’altra, in modo da arrivare nel tardo pomeriggio nella spiaggia dell’Argentiera. A quell’ora, i raggi del sole accarezzano il mare facendo brillare i fondali argentei, da ammirare andando sott’acqua. Ti consiglio di finire la giornata al chiosco con una birra sarda e un tagliere saporito per aspettare il tramonto.
Relax in stile local
Isola Rossa è un piccolo borgo di pescatori abbracciato da una lunga spiaggia bianca, baciato da un mare turchese e protetto da scogli granitici e scarlatti. Si affaccia sulla costa nord, tra Castelsardo e Santa Teresa di Gallura.
A dominare il paese è la torre spagnola edificata alla fine del 1500, nata come punto di avvistamento per difendere il porto commerciale dalle incursioni dei pirati.
Percorrendo le mura, si arriva nel punto dove il mare sbatte prepotentemente modellando gli scogli rossi. Al tramonto, il cielo si tinge di rosa avvolgendo le mura e regalando una vista indimenticabile.
Orgoglio sardo
Un luogo rilassante, dove passare un’intera giornata alternando un bagno nell’acqua limpida e refrigerio all’ombra della pineta. La spiaggia di Mugoni si trova all’interno del parco regionale di Porto Conte, nella baia del Corallo, protetta dal forte vento maestrale, ed è circondata da una pineta profumata da piante di pini e di eucalipto che creano un’atmosfera selvatica e mediterranea.
Questo rende il litorale vivibile tutto il giorno, con un mare pulito, calmo e trasparente, che gradualmente all’orizzonte si tinge color smeraldo. Sono presenti piccoli stabilimenti ma per lo più è spiaggia libera, con un bagnasciuga percorso da famiglie, turisti e venditori di frutta fresca – coccobello -, gelati e vestiti.
Semplicità italiana
Un luogo che è rimasto inaccessibile per quasi un secolo, permettendo, al tempo stesso, di preservare l’ambiente selvaggio e naturale dell’isola.
L’isola dell’Asinara è stata dimora di pescatori, poi lazzaretto per la tubercolosi a fine Ottocento e ancora carcere per i militari austro-ungarici della Prima guerra Mondiale. Successivamente, l’isolamento è stato sfruttato per la costruzione di un carcere di massima sicurezza per mafiosi e brigatisti tra gli anni ’60 e ’90.
Oggi l’Asinara è casa degli asini bianchi, una specie protetta diventata simbolo di questa zona, e di una natura mediterranea di un vedere profondo che contrasta con il turchese del mare, tra i più belli che abbia mai visto. Ogni volta che torno in Sardegna vengo qui per riempirmi gli occhi di queste tinte autentiche e native.
Il mio consiglio è di prenotare senza indugio un giro in barca (con anticipo) per raggiungere l’isola, attraversare il mare blu e tuffarti nelle calette. Noi abbiamo prenotato con Onda Blu Asinara che ci ha permesso di vivere un’esperienza genuina, intima e tradizionale a bordo di un gozzo in legno.
Natura sarda
Provo molta gratitudine verso questa terra che, con garbo e gentilezza, mi ha avvolto con l’anima sarda. Non solo luoghi, ma anche le persone, che mi hanno accolta con sguardi e sorrisi profondi e mi hanno fatto promettere di ritornare con gesti ospitali e genuini.
Ti ho mostrato cosa vedere nella Sardegna Nord-Ovest, luoghi dove poterti immergere nel cuore dei boschi e delle campagne abitate da cinghiali, dove poter scoprire leggende sui briganti e dove poter ammirare un mare bellissimo e selvaggio.
La Sardegna è meravigliosa da ogni punto di vista, ovunque tu rivolga lo sguardo, ma quale Sardegna vogliamo vivere, dipende solo da quale viaggiatore vogliamo essere.
Questa è stata la mia Sardegna, ajò!
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La zona nord-ovest della Sardegna è raggiungibile via aria e via mare.
Le compagnie aeree offrono voli frequenti che atterrano ad Alghero in appena 1h30 da Milano, i cui prezzi variano notevolmente in base al periodo di vacanza.
Via mare, il porto più vicino per scendere con il traghetto è Porto Torres che, da Genova, è raggiungibile in circa nove ore.
Per scoprire cosa vedere nella Sardegna Nord-Ovest, la macchina è indispensabile.
In base al modo con cui scegli di arrivare in Sardegna e al periodo della tua vacanza, il mio consiglio è di comparare i prezzi per essere munito di un’auto a noleggio o arrivare direttamente con la tua vettura.
Sono presenti degli autobus che collegano i paesi dell’entroterra ma sono poco frequenti e limiterebbero notevolmente la tua esplorazione della zona.
Le strade sono ben tenute, poco trafficate e sempre circondate da paesaggi in continuo mutamento, rendendo la tua esperienza on the road davvero piacevole.
L’unico consiglio che ci tengo a darti è di fare attenzione la sera: non c’è molta illuminazione e le strade secondarie diventano molto buie.
In queste zone fuori dai circuiti più turistici, i prezzi sono molto abbordabili, sia dei ristoranti sia dei bar.
L’unica esperienza che richiede una cifra maggiore è il tour in barca all’Asinara che però offre un’esperienza che vale davvero la pena.
In generale, nel periodo estivo i servizi come l’auto a noleggio e gli hotel possono raggiungere prezzi proibitivi, per questo ti consiglio di prenotare con anticipo.
Un grazie speciale ai miei compagni di viaggio, Gabriele, anche compagno nella vita, e Giacomo, mio paziente fratello, che si sono avventurati con me alla scoperta di questa splendida terra.
Una psicologa con la valigia sempre in mano.
Benvenuti nel blog di Psicologia del viaggio.
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