In che modo l’ansia diventa prevedibile in viaggio?
La paura provocata dall’attacco di panico porta una persona a diventare “abile nel prevedere” tutte quelle situazioni in cui potrebbe rivivere quelle sgradevoli sensazioni, iniziando così a limitare il suo grado di autonomia sia negli spostamenti sia nel vivere con serenità un’esperienza nuova.
La presenza di Agorafobia e Claustrofobia nel nostro bagaglio personale può farci percepire il viaggio come un momento angosciante, proprio perché “prevediamo di poter provare disagio” in quella situazione, invece di pensarla come un’opportunità di crescita personale e di libertà.
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Claustrofobia e Agorafobia sono forme di Fobie classificate all’interno dei Disturbi d’ansia (DSM 5, 2014).
La fobia è caratterizzata da una paura eccessiva verso qualcosa che non rappresenta una minaccia oggettiva. Nonostante la consapevolezza dell’irrazionalità della paura, la persona che ne soffre non riesce a controllare la propria reazione di paura arrivando a manifestare attacchi di panico o crisi di ansia.
Per evitare questo disagio e proteggersi da questo malessere, la persona inizierà ad evitare le situazioni temute, compromettendo così la qualità della vita quotidiana.
L’Agorafobia è un disturbo che si manifesta con la paura intensa e persistente di trovarsi in situazioni o luoghi dai quali potrebbe risultare difficile o imbarazzante fuggire, o ricevere aiuto nel caso di un attacco di panico. Questo può includere luoghi come spazi aperti, centri commerciali, trasporti pubblici, o aree affollate, ma anche situazioni quotidiane come andare dal parrucchiere, bere un caffè al bar con un amico, o accompagnare i propri figli a scuola.
La Claustrofobia è invece caratterizzata dalla paura intensa e irrazionale di essere chiusi o confinati in spazi ristretti e senza via di fuga. Questa fobia si manifesta in situazioni dove la persona percepisce una mancanza di spazio o una difficoltà a fuggire, evitando solitamente i luoghi affollati e circoscritti, come i cinema o i supermercati o gli ascensori, ma anche il traffico o le file di persone.
Nonostante l’apparente differenza, queste due fobie hanno una radice comune: la paura di ri-sentirsi male.
Agorafobia e Claustrofobia sono forme di ansia che possono compromettere gravemente l’esperienza di un viaggio.
Se sperimentiamo Agorafobia, sentiremo di correre un maggiore rischio di star male allontanandoci dai nostri punti di riferimento sicuri e se percepiamo di non avere un rifugio dove poterci proteggere.
In viaggio, eviteremo quindi di muoverci e allontanarci troppo da casa, di percorrere lunghe strade circondate da ampi spazi disabitati o di ritrovarci in piazze o mercati, in tutti quei luoghi dove abbiamo la sensazione di non poter essere raggiunti in tempo in caso avessimo bisogno. Non solo lo spostamento, anche la nostra “casa provvisoria”, l’hotel, sarà percepito come un luogo sicuro solo a certe condizioni: ci informeremo sulla distanza e sui tempi di percorrenza dall’ospedale, da una clinica, dall’aeroporto…
Se soffriamo di Claustrofobia, potremmo sentire sensazioni spiacevoli in diverse condizioni in movimento dove sperimentiamo l’essere costretti in una direzione e senza via di fuga.
Quando siamo in viaggio, i mezzi di trasporto li percepiremo come pericolosi, ad esempio la cabinovia, il treno o l’aereo, e preferiremo la nostra auto per sentirci liberi di tornare indietro. Anche il nostro hotel sarà vissuto come un luogo minaccioso, soprattutto se non è possibile aprire le finestre della stanza o se questa viene percepita come troppo piccola.
La preoccupazione durante un viaggio è normale, necessaria e inevitabile.
Senza riflettere sulla meta, sull’itinerario e sulle nostre esigenze, saremmo meno preparati per la partenza.
Ma, quando parliamo di Agorafobia e di Claustrofobia in viaggio, quella preoccupazione prima di una partenza diventa eccessiva, portandoci a prevedere pericoli da cui è possibile salvarsi solo limitando lo spostamento.
Ed è così che il viaggio si trasforma in un’esperienza cupa e spiacevole, dove l’ansia di star male è “prevedibile” e la preoccupazione prima di partire è paralizzante, trasformando la nostra casa come l’unico luogo percepito come sicuro.
Il paradosso, però, è che più ci proteggiamo dal mondo esterno e più avremo paura, e più avremo paura e più il nostro rifugio si restringerà facendoci così sentire privi di soccorso, costretti e senza via d’uscita.
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Avere Agorafobia o Claustrofobia in viaggio non significa non poter esplorare il mondo. Bisogna imparare a conoscerle – e conoscersi – per aiutarsi a mettersi nella condizione di poter viaggiare.
In questo post desidero darti alcuni consigli pratici per organizzare la tua vacanza e renderla un’esperienza positiva, nonostante l’Agorafobia e la Claustrofobia in viaggio:
Comincia con piccoli passi, esplorando luoghi aperti dove ti senti al sicuro. Inizia dal parco vicino a casa, o dalla spiaggia davanti all’hotel, o raggiungi la piazza in fondo alla via.
Pian piano, amplia il tuo raggio d’azione, fai un passo in più per aumentare la distanza e il tempo di permanenza, permettendo così al tuo corpo e alla tua mente di adattarsi gradualmente.
Per affrontare viaggi che coinvolgono spazi confinati, le tecniche di respirazione e di visualizzazione sono molto utili per calmare la mente e il corpo prima di entrare.
Quando sei “all’interno” cerca di distrarti e concentrarti su qualcosa che puoi fare.
Ti consiglio anche di scegliere mezzi di trasporto meno angusti, come i treni con carrozze panoramiche o i voli di linea dove c’è più spazio per le gambe.
Organizza i tuoi viaggi in base alle tue esigenze e al tuo bisogno di comodità, scegliendo mete e mezzi di trasporto che siano adatti a te. Pianifica itinerari in cui inserire soste e momenti di relax e presta attenzione ai luoghi che ti fanno sentire a tuo agio.
Ad esempio, puoi un locale dove provare il piatto tipico del luogo, o sorseggiare un tè oppure stabilire un momento della giornata per rientrare in hotel a riposare.
Cerca le caratteristiche di un hotel che ti aiutano a sentirti a tuo agio, ad esempio la grandezza di una stanza, i servizi offerti, la vicinanza a un luogo di interesse di quella destinazione – e non di un ospedale!
Quando siamo in viaggio, l’albergo si trasforma nella nostra casa temporanea, quindi prenditi il tempo per entrare in confidenza con quel nuovo spazio con l’obiettivo di viverlo in modo confortevole e sereno.
Ad esempio, puoi guardare con curiosità i dettagli o lasciarti coccolare dai servizi, oppure chiedere qual è la storia della struttura
In questo post su Instagram scritto a quattro mani con Isadora De Pasquale (Biophilic Architect – @isadora_bloomerang) puoi trovare qualche prezioso consiglio su come ambientarti nella tua stanza.
Viaggia con persone che ti sostengono e da cui non ti senti giudicato. Utile è spiegare le tue difficoltà in modo che quel malessere che provi, o hai paura di provare, venga compreso e supportato correttamente. Spiega TU di cosa hai bisogno per viaggiare.
L’obiettivo è vivere l’esperienza con fiducia e coraggio.
Metti in valigia un oggetto rassicurante che ti ricordi casa.
Portare con sé oggetti che trasmettono sicurezza e conforto può essere di grande aiuto nei momenti in cui sperimentiamo un po’ di nostalgia e abbiamo bisogno di ritrovare un po’ di stabilità.
Ad esempio, una fotografia da tenere accanto al letto in hotel, un libro nella propria lingua da leggere quando si sperimenta disagio in un posto straniero o la federa del cuscino preferito per dormire sonni sereni.
Osserva la tua vacanza e fai una valutazione di come hai gestito la tua ansia. Segna i momenti per te più difficili, sforzati nell’individuare anche i momenti piacevoli e individua il tuo comportamento. Hai qualche consiglio da darti per il futuro?
Agorafobia e Claustrofobia sono condizioni mediche che possono essere curate grazie ad un aiuto professionale. Se riconosci che questa preoccupazione in viaggio è troppo invalidante, non esitare a chiedere un aiuto: ogni forma di ansia è un segnale da comprendere e da soli può essere un percorso interiore un po’ tortuoso e difficile.
PS. Se hai bisogno di aiuto scrivimi, sarò lieta di sostenerti in questo percorso di scoperta (di te), anche con Realtà Virtuale.
Affrontare queste condizioni durante un viaggio richiede coraggio e dedizione. Ricordati però che non sei solo/a e che ci sono risorse e strategie disponibili per aiutarti a rendere il tuo viaggio un’esperienza positiva e soddisfacente.
Sai, io prevedo un gran bel viaggio!
American Psychiatric Association (APA) (2013). DSM-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, tr. it. Raffaello Cortina, Milano, 2014
Azab, M. (2022). Panic Disorder PD and Agoraphobia: Etiological, Cognitive, and Neuroscientific Aspects. In An Update on Anxiety Disorders: Etiological, Cognitive & Neuroscientific Aspects (pp. 97-144). Cham: Springer International Publishing.
Jablonská, M., Francová, A., Janků, K., Stopková, P., Nosková, E., & Fajnerová, I. (2023). Virtual City for Exposure Therapy in Phobias: Case Studies of Agoraphobia. European Psychiatry, 66(S1), S194-S195.
Vadakkan, C., & Siddiqui, W. (2023). Claustrophobia. In StatPearls [Internet]. statpearls Publishing.
Iparraguirre-Villanueva, O., Perez-Benito, C., & Cabanillas-Carbonell, M. (2023). Virtual Reality as a Tool in the Treatment of Claustrophobia-A Review. International Journal of Engineering Trends and Technology, 71(8), 280-294.
Una psicologa con la valigia sempre in mano.
Benvenuti nel blog di Psicologia del viaggio.
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