“No no no, cerco di non prendere l’aereo, ho paura di volare. No, tremendo, quando parte sono lì così teso che non mi sento le mani, e poi quando atterra, no no chissà cosa può succedere, chissà se il pilota è bravo, chi lo conosce? Una volta mi sono accorto che l’aereo stava sorvolando il paese sbagliato ed era in ritardo di dieci minuti ma perché? Si era pure abbassato di quota! Ho iniziato a sentire la tensione alle gambe, erano strette lì in quello spazio e il cuore ha iniziato a battere forte. Quindi ho chiesto alla hostess cosa fosse successo, perché io me ne sono accorto, e mi ha detto di stare tranquillo, mi ha detto che era una normale procedura per l’atterraggio. Ma come faccio a stare tranquillo? Quindi ho scaricato una App per avere tutte le informazioni sui voli, il meteo, le notizie, non si sa mai”.
Una metà delle persone nel Mondo ritiene che “volare” sia qualcosa di elettrizzante. Il poter avere la testa letteralmente tra le nuvole, il poter staccare i piedi dalla propria terra per riappoggiarli in un nuovo luogo nel Mondo, il desiderio di esplorare l’ignoto, oltre i propri confini.
Per l’altra metà delle persone, invece, “volare” significa provare disagio nel non avere i piedi appoggiati a terra, significa provare ansia perché non può decidere la rotta, significa provare angoscia perché deve affidarsi alle mani di un completo sconosciuto. Questa metà di persone prende l’aereo se deve, ma cerca di evitarlo il più possibile, perché ogni volta è come una lotta con sé stesso tanto che alcuni di loro non ci sono mai saliti e mai ci saliranno. In questa metà di persone prevale il bisogno di conservazione e di protezione in cui si preferisce stare all’interno dei propri confini conosciuti.
Partiamo con un dato di fatto. Per l’essere umano non è “naturale” volare, non abbiamo le ali, quindi, d’istinto, questa esperienza provoca una reazione di paura al nostro corpo e, soprattutto, al nostro cervello.
La paura è un’emozione istintiva, primaria, conservativa, che serve per allertarci di fronte ai pericoli. La parte emotiva del nostro cervello – il sistema limbico – reagisce in modo immediato e inconsapevole di fronte a una minaccia mandando un segnale a tutto il corpo che si “prepara” per difendersi. Così reagisce ogni animale.
Ma il cervello dell’essere umano è dotato anche di una parte razionale – la corteccia prefrontale – che valuta la pericolosità di una minaccia, la comprende e le dà un significato. In questo modo, decidiamo consapevolmente come comportarci.
Quando la paura è difficile da gestire, quando siamo in allerta troppo spesso o quando iniziamo a preoccuparci per le cose più semplici, la nostra parte razionale viene ignorata e prevale quella emotiva. E così si sperimentano l’ansia e le fobie, tra cui la Paura di volare (Aerofobia).
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Razionalmente, è ormai riconosciuto che l’aereo è il mezzo più sicuro al Mondo rispetto ad ogni altro velivolo per il numero inferiore di incidenti, per la tecnologia all’avanguardia, per i sistemi di controllo doppi – o tripli – e per la rigida preparazione dei piloti e del personale di volo. A differenza nostra, un aereo è progettato per volare, in ogni suo dettaglio.
Eppure, non è soltanto “una questione di aereo”
La maggior parte delle volte, la paura di volare deriva da episodi traumatici precedenti, da paure pregresse, da uno stato d’ansia poco gestibile. Ancora più spesso, la paura di volare è determinato dalla nostra difficoltà nell’affrontare i cambiamenti, nel regolare autonomamente e nel gestire intense emozioni negative.
Ed ecco che ognuno reagisce a modo suo e la Paura di volare non è più una questione di aereo. C’è chi odia volare perché ha paura del vuoto e dell’altezza (Acrofobia), chi ha paura degli spazi chiusi (Claustrofobia), chi si sente ansioso all’improvviso (Attacco di panico), chi si sente come in trappola senza via di fuga (Agorafobia).
Le preoccupazioni possono iniziare giorni prima di partire alimentando il timore della partenza. Accresce così lo stato di allarme del corpo che può culminare in ogni fase del volo, che sia l’attesa al check-in, il decollo o l’atterraggio.
Sull’aereo, iniziamo a concentrarci sui suoni o sulle variazioni di temperatura che causano inevitabilmente reazioni corporee che, come detto, sono istintive. E allora inizieremo a notare i muscoli che si irrigidiscono, le mani che sudano, il cuore battere più forte, e tutto pian piano si amplifica facendo diventare il “volo“ un’esperienza terrorizzante.
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La Paura di volare, come la maggior parte delle fobie e l’ansia, è controllabile e gestibile. Non scompare da un giorno all’altro, ma puoi fare il primo passo iniziando a mettere in pratica alcuni suggerimenti:
Come accennato prima, un aereo è costruito per poter volare, in ogni suo dettaglio. Conoscere come è fatto un aereo, ad esempio il perché dei rumori nelle fasi di decollo e di atterraggio, permette al nostro cervello “razionale” di non allarmarsi. La struttura di un aereo, il materiale con cui è costruito, la tecnologia all’avanguardia e i sistemi di controllo avanzati, permettono all’aereo di affrontare il cielo e le sue intemperie e di volare in alto, molto in alto, sopra le turbolenze. Sì, perché le turbolenze sono inevitabili in un volo, ma un aereo cerca di evitarle dove possibile. Per questo saliamo oltre le nuvole.
E’ importante poi riconoscere la competenza di ogni membro dell’equipaggio. Il pilota è un professionista qualificato dopo un addestramento specifico, esami teorici e pratici annuali, e che si sottopone a frequenti visite mediche psico-fisiche e psichiatriche di controllo. Gli assistenti di volo sono qualificati e addestrati per garantire la tua sicurezza, fronteggiando le situazioni di difficoltà e le emergenze. Portarti in aereo a destinazione, è il loro lavoro (ti consiglio il canale di YouTube The Pilot Channel).
Ricordati che tutti, compreso l’equipaggio, condividono con te il destino di quel volo, per questo è importante riconoscere che affidarsi all’esperienza e alla capacità del pilota è la scelta migliore che puoi fare.
Quando inizi a sentire i primi sintomi dell’ansia, cerca di prestare attenzione a questa frase e di sforzare la tua parte razionale nel dire: “Volare è il modo più sicuro, le reazioni nel mio corpo sono una normale risposta alla situazione che sto vivendo e posso controllare il mio modo di reagire”.
Le informazioni e le immagini che senti in televisione hanno lo scopo di veicolare il massimo impatto emotivo sugli spettatori, con la conseguenza che ci convinciamo che l’aereo sia un mezzo incredibilmente pericoloso. Ma prova a farci caso: dopo un paio di giorni non sentirai quasi più parlare di quel disastro aereo e si parlerà di altri eventi. Ti lascio qualche dato recuperato dal sito Aviation Safety Network (Asn) che raccoglie le informazioni sugli incidenti aerei di tutto il mondo rendendole pubbliche: nel 2017 ci sono state 44 vittime, nel 2018 ci sono stati 15 incidenti (circa 1 ogni 1,5 milioni di partenze) che hanno causato 556 vittime e nel 2019 in 261 hanno perso la vita in 16 incidenti.
Vuoi sapere quanti incidenti stradali ci sono stati solo l’anno scorso? Nel 2018, 172.344 incidenti hanno costato la vita di 3.325 persone. E treni? Nel 2018 ci sono stati 116 incidenti che hanno causato 75 morti. Ma la televisione non può parlare di tutto e sceglie l’evento più “impressionante”. I dati, razionalmente, confermano quindi il primato di sicurezza dell’aereo rispetto ad altri mezzi di trasporto. Ma basta conoscere questi dati? Purtroppo no.
Esercitati con le strategie di coping per prepararti al volo e per fronteggiare i primi sintomi fisici di ansia e paura:
Arriva in anticipo in aeroporto in modo da poter fare tutto con calma. Ricordati che hai la possibilità di chiedere un determinato posto a sedere e di avere un menù speciale come sostentamento. E’ ormai risaputo che i posti vicino all’ala dell’aereo, quindi il più possibile vicino al baricentro della fusoliera, permettono di sentire meno le turbolenze. Un cibo leggero ti aiuterà a favorire la digestione e a non sentirti appesantito o preoccupato.
Cerca di mettere in atto alcune strategie per favorire il tuo benessere in aereo.
Tutto ciò che hai letto fino ad ora puoi affrontarlo con il supporto professionale di uno psicoterapeuta capace di accompagnarti in un percorso di crescita con tecniche specifiche quali cognitivo-comportamentali, esposizione in Realtà Virtuale e, ove necessario, EMDR. Ognuno fa il suo lavoro, il pilota ti guida in aereo ed io, psicologa, ti guido nella tua mente.
Oggi sono disponibili anche molti incontri informativi e terapie di gruppo, proposte anche dalle stesse compagnie aeree, che sfruttano la condivisione e la simulazione di volo per imparare a gestire le difficoltà legate all’Aerofobia.
“Volare” significa aprirsi alla vita.
Cerchiamo il giusto equilibrio tra questa voglia di esplorazione, di andare oltre a ciò che conosciamo, e il nostro bisogno di protezione, due dimensioni che sono indissolubili, istintive e necessarie per la vita di un essere umano. Non possiamo controllare tutto, ma possiamo imparare a pilotare la nostra mente per sapere quando credere in noi stessi e quando fidarci dell’altro.
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Pellai, A., & Lapenta, G. (2016). 100 cose da sapere per volare sereni: come affrontare il volo senza paura. De Agostini.
Schindler, B., Vriends, N., Margraf, J., & Stieglitz, R. D. (2016). Ways of acquiring flying phobia. Depression and anxiety, 33(2), 136-142.
Cardoş, R. A., David, O. A., & David, D. O. (2017). Virtual reality exposure therapy in flight anxiety: a quantitative meta-analysis. Computers in Human Behavior, 72, 371-380.
Una psicologa con la valigia sempre in mano.
Benvenuti nel blog di Psicologia del viaggio.
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