Molti associano il viaggio ad un’esperienza arricchente e liberatoria, ma per tante persone non è così. Per loro viaggiare è fonte di inquietudine, preoccupazione eccessiva e nel loro bagaglio portano con sé quelle paure che sperimentano anche a casa.
Non parliamo di Odofobia, ma di ansie specifiche caratterizzate da pensieri irrazionali e di difficoltà emotive che spesso accompagnano la paura di viaggiare.
In questo post ho deciso di elencarti le paure in viaggio più diffuse.
La “fobia” è un disturbo d’ansia caratterizzato dalla presenza di un’intensa e irrazionale paura per elementi o situazioni che non rivestono una reale minaccia.
Spesso la paura ha un’origine traumatica, come un incidente o un episodio specifico. Eppure, in molti casi la persona che ne soffre non ne capisce il motivo dell’origine. Una fobia, infatti, può derivare da un apprendimento di informazioni scorrette e spaventose che promuove l’interpretazione di uno stimolo – non minaccioso – in qualcosa di terrorizzante.
La paura è accompagnata non solo da pensieri negativi ma anche da una reazione del corpo eccessiva e sproporzionata che mette sulla difensiva. Questa reazione è dovuta all’iper-attivazione di alcune aree del nostro cervello (Amigdala e Insula) che normalmente rispondono alla presenza di stimoli minacciosi ma che, nel caso della fobia, non riescono a modulare una risposta coerente alla situazione.
Quindi di fronte ad un ragno reagiremo come se vedessimo uno squalo bianco, in un ascensore ci sentiremo come chiusi in una piccola scatola, un battito cardiaco più intenso ci farà presagire un grave problema al cuore.
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È una forma d’ansia e di disagio che proviamo in ambienti non familiari. Abbiamo il timore di non riuscire a controllare la situazione, di rimanere bloccati e di non poter uscire, soprattutto laddove non troviamo una via di fuga immediata. La reazione è solitamente di evitamento di una situazione ritenuta minacciosa, di fuga verso un luogo sicuro, spesso la propria casa, e si cerca conforto da qualcuno di riferimento che ci accompagni quando dobbiamo uscire.
Questa reazione può avvenire sui mezzi pubblici, in spazi aperti e ampi, in luoghi circoscritti e chiusi, in mezzo alla folla o in coda, quando siamo fuori da soli.
In viaggio, l’agorafobia si mostra in numerose situazioni perché implica l’allontanarsi da casa. Se non è possibile stare in zone familiari, questa paura amplifica il timore di non ottenere soccorso, di rimanere incastrati in situazioni scomode, fino a far provare un senso di smarrimento e di terrore tale da causare attacchi di panico.
È la paura irrazionale di luoghi chiusi e angusti che comporta un evitamento di quelle situazioni che creano un senso di oppressione e di trappola.
La claustrofobia può essere provata in tunnel, ascensori, mezzi di trasporto, piccole stanze o indossando maschere.
Per quanto riguarda il viaggio, la claustrofobia è spesso associata ad altre fobie situazionali e ambientali, come lo stare al buio o la paura di volare, ma può essere sperimentata in innumerevoli occasioni.
È una fobia situazionale legata al volo che può essere sperimentata in aereo o alla sola idea di essere sull’aeromobile. I sintomi sono tipici di una crisi di ansia che comprendono sintomi fisici, cognitivi e psicologici, accompagnata da quella sensazione sgradevole del trovarsi in una situazione di pericolo che non si può gestire.
In questo articolo sulla paura di volare ti spiego in dettaglio questa fobia e alcune strategie per affrontarla.
È una fobia situazionale legata alla guida che riguarda il salire in macchina, il timore di guidare su particolare strade, la paura di guidare da solo o di essere responsabile di incidenti tanto da non voler avere qualcuno con sé in macchina.
L’Amaxofobia causa uno stato d’ansia molto intenso e spesso può avere un’interferenza con l’agorafobia, la claustrofobia e gli attacchi di panico.
In viaggio, la paura di guidare può interferire sugli spostamenti e sulla scelta del tipo di viaggio, prediligendo un modo stazionario piuttosto che itinerante.
È la paura di ammalarsi che fa sperimentare un senso di angoscia e una crisi di ansia di fronte a segnali del corpo che si percepiscono “diversi dal normale”. Solitamente, la persona si allarma e si terrorizza sviluppando comportamenti iperprotettivi, come dirigersi in pronto soccorso, richiedere esami di malattie non diagnosticate, ricercare consulto da più specialisti, misurarsi la temperatura e la pressione sanguigna di continuo, farsi auto-diagnosi tramite il web e parlare di frequente del proprio stato di salute.
Quando in viaggio, una persona ipocondriaca tende a portare con sé più medicine del dovuto, a preoccuparsi dello stato sanitario del luogo in modo eccessivo, a posizionare l’albergo il più vicino possibile ad un ospedale e a cercare cliniche una volta giunto a destinazione – sempre se riesca a partire.
È una fobia invalidante che fa sperimentare uno stato di allarme e di terrore sproporzionato di fronte ad un insetto, come un’ape, una cimice, uno scarafaggio o un ragno (in questo caso parliamo di Aracnofobia), che di base è innocuo.
In viaggio, questa fobia può portare la persona che ne soffre a cambiare percorso, ad aver bisogno di qualcuno per “eliminare lo stimolo”, che sia spostare un ragno dal muro o una cimice da una felpa, a sentirsi in imbarazzo con le persone con cui viaggia, a terrorizzarsi rimanendo paralizzato, fino ad evitare una destinazione o a scegliere di non viaggiare.
È la paura di rimanere sconnessi dalla rete internet, di non poter essere rintracciati e di “perdersi qualcosa” se non si controlla il telefono. Questa sensazione fa vivere uno stato di allarme, disagio e nervosismo con il rischio di arrivare ad un attacco di panico.
Anche se è definita una fobia per la presenza di sintomi ansiosi, la Nomofobia è più simile ad una dipendenza. Quando la persona ha la sensazione di non poter vedere il telefono, ne ha più bisogno e mette in atto comportamenti disfunzionali e inadeguati (ad esempio: svegliarsi di notte per controllare lo schermo e il livello di batteria, usare il telefono in luoghi inappropriati…) con il rischio di distaccarsi – o meglio, disconnettersi – dalle proprie attività quotidiane e dalla realtà che lo circonda.
In viaggio, la Nomofobia è un comportamento che porta le persone a ridurre le interazioni sociali, a isolarsi, fino alla scelta di non visitare luoghi che si ipotizza non abbiano una buona connessione a internet.
Le fobie sono tra i disturbi più diffusi al mondo, quindi, se ti sei ritrovato in una di queste paure in viaggio, sappi che non sei solo.
Questa fobia può diventare molto invalidante se cerchi di nasconderla, di negarla e di non affrontarla correttamente.
Il primo, e unico, consiglio è di rivolgerti ad un professionista per imparare a gestire, convivere e superare la tua paura.
Tra le tecniche più efficaci e mirate per le fobie ci sono le tecniche di ristrutturazione dei pensieri negativi, esposizione progressiva (fisica, immaginativa e con realtà virtuale) e di rilassamento, che sono tutte strategie adottate dalla psicoterapia cognitivo-comportamentale.
Spesso la psicoterapia è affiancata ad un trattamento farmacologico che aiuta a calmare il corpo in allarme.
Se non sai ancora a chi rivolgerti, qui puoi trovare i miei servizi di psicologia del viaggio che possono fare per te.
Affronteremo insieme le tue paure in viaggio
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Una psicologa con la valigia sempre in mano.
Benvenuti nel blog di Psicologia del viaggio.
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