Sì, ma c’è internet?!
La vacanza è il momento perfetto in cui poter risposare e recuperare le energie.
Ognuno di noi ha un suo modo per rilassarsi: c’è chi si disconnette dalla tecnologia, chi si dedica a un viaggio desiderato, chi preferisce impegnarsi nello sport o è in cerca di sano divertimento, o chi si isola da tutto ciò che ricorda la quotidianità. E poi, c’è chi porta il lavoro in vacanza.
Portare il lavoro in vacanza accade soprattutto in quelle persone la cui professione è totalizzante e porta a seguire ritmi innaturali, spesso molto incalzanti. La vita quotidiana è vissuta con iperattività e questo provoca quella sgradevole sensazione di essere sempre in ritardo, di non essere mai abbastanza preparati, di avere sempre qualcosa a cui è necessario pensare prima.
Questa iperattività non è altro che una predisposizione mentale, un modo della mente di controllare la situazione e il proprio tempo, che si consolida nel tempo creando così un’abitudine.
Per questo, ogni tanto, portare il lavoro in vacanza si trasforma in una vera necessità psicologica.
Il tempo libero è vissuto come un momento spiacevole perché è accompagnato da una sensazione di perdita di controllo. Queste persone sono abituate ad avere scadenze, ritmi serrati, prevenire impegni professionali, e, quando si ritrovano ad avere un momento “off” faticano a trovare benessere.
Paradossalmente, è più difficile oziare e svuotare la mente nel tempo libero, piuttosto che essere in pace con sé stessi mentre si è impegnati a lavorare e a svolgere il proprio dovere.
Lavorare in vacanza ha un effetto calmante perché la mente riesce ad applicare la sua abitudine nel tenere sotto controllo il tempo e la situazione. Per riposarsi, la mente ha bisogno di restare ingaggiata in qualcosa.
Andare in vacanza non significa per forza oziare o liberare la mente a tutti i costi. Ognuno di noi ritrova il benessere a modo suo, in base alla propria personalità, alle proprie abitudini e a ciò di cui sentiamo il bisogno.
Se viviamo il nostro tempo libero come un sacrificio, come un obbligo o come uno sforzo, la vacanza non produce alcun beneficio.
Per questo, se fai fatica a slegarti dal lavoro in vacanza, ecco alcuni consigli che possono esserti di aiuto per bilanciare meglio il tuo tempo:
Prima di partire, cerca di ritagliare del tempo da dedicare alle urgenze di lavoro, alle questioni più inderogabili.
Quando sarai in viaggio, non dovrai lavorare tutto il giorno, quindi prova a programmare dei momenti in cui lavorare, mentre il resto del tempo sarà dedicato alla famiglia, ai tuoi compagni di viaggio e alla cura di te.
Ora che sei partito, che tu sia arrivato in una casa vacanza, in un hotel o stia facendo un viaggio itinerante, cerca di individuare degli spazi separati in cui dedicarti al lavoro e alla vita privata.
Non importa cosa tu senta di dover fare, imposta un timer – reale e mentale – in cui smettere di pensare al lavoro e, dopo di ché, non parlarne con le persone con cui condividi il tempo.
Può sembrarti un paradosso, ma se ti dovesse capitare di continuare a pensare al lavoro, allora lavora e sforzati nel riconoscere la differenza tra il “pensare al lavoro” e il fare. È probabile che libererai la mente prima del previsto. Non ci credi? Prova!
Nel tuo tempo libero, se non riesci a “far niente”, cerca di dedicarti ad attività piacevoli nuove o recupera degli hobby che tieni in secondo piano nella tua quotidianità, l’importante è che abbiano un ritmo lento.
Poco serrato deve essere anche il programma della tua giornata. Ad esempio, puoi mettere la sveglia un po’ più tardi del solito, pensare ad un impegno al giorno, allungare la pausa pranzo. Che ne pensi?
Quando siamo iperattivi, inevitabilmente raggiungiamo un picco di energia che ci farà poi sentire stremati. In questi momenti, non sentirti in colpa sei stanco e non riesci a finire “il tuo dovere”, ma sii curioso di scoprire i benefici del riposo, come il rigenerarsi, lo scoprirsi più creativi, aumentare la concertazione e – ma pensa! – diventare più produttivi.
Prova a tornare un paio di giorni prima del rientro in ufficio, in questo modo potrai con più calma riprendere le tue abitudini quotidiane.
Non porti subito obiettivi che ti riempiono la giornata, ma prova piuttosto a ricordarti cosa hai scoperto in vacanza che ti faceva stare bene. È possibile che tu abbia riscoperto il piacere di qualche attività, esercizi o una nuova abitudine a cui dare spazio nella tua quotidianità.
Ti sei accorto in vacanza quanto può fare la differenza per il tuo benessere passeggiare, concedere un po’ di tempo alla lettura, ascoltare musica, fare ginnastica… Quindi, perché non introdurre qualcosa nella tua settimana lavorativa? Sono certa che ci siano dei momenti in cui potrai provare a farlo.
Ora puoi riaprire il pc, guardare le mail, e tornare al lavoro.
Il benessere in vacanza non dipende dalla meta, ma da quanto spendiamo il tempo piacevolmente adattandolo a noi.
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Ho parlato di questo tema a Rai1 Mattina Estate, puoi rivedere la diretta qui.
Una psicologa con la valigia sempre in mano.
Benvenuti nel blog di Psicologia del viaggio.
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