Tutte le volte per riprendermi dalle ferie mi prendo un giorno di ferie.
A meno che tu non sia un viaggiatore a tempo pieno, le vacanze hanno una fine, e quando torniamo a casa spesso ci sentiamo sopraffatti dalla routine, dagli arretrati al lavoro e dal solito via vai casa-ufficio.
Proviamo quella che comunemente chiamiamo depressione da rientro.
Non parliamo di vera e propria depressione, ma piuttosto di uno stato di spossatezza, bassa energia, disturbi del sonno e difficoltà ad ingranare con i ritmi quotidiani.
“Come posso alzarmi alle 7, correre con un caffè in mano e restare in ufficio per 8 ore, se fino a ieri restavo con i piedi a mollo nel mare ed ero baciata dal sole?”
Rientrando dal sole di un mite dicembre messicano nella nebbia di Milano, coprendo la canotta con un golf a collo alto, ho sbuffato e pensato proprio a questo.
Aperte le porte di Malpensa, il vento gelato ha iniziato a punzecchiare la mia faccia abbronzata come per prendermi in giro e la nebbiolina della pianura Padana ha abbracciato me e la mia valigia in un batter di ciglia.
Impossibile non sbuffare, impossibile non vedere la propria quotidianità come un brutto sogno, non volersi alzare dal letto per aprire la finestra – a maggior ragione se sai che dietro a quei vetri non ci saranno il mare caraibico e la musica di Shakira, ma solo clacson di lavoratori in ritardo e il grigiume della città.
Il rientro nella quotidianità comporta un calo di melatonina, di cortisolo e di ormoni tiroidei, sostanze prodotte dal nostro organismo necessarie per regolare i ritmi circadiani del sonno, i livelli di stress e il consumo di energia. Se, inoltre, torniamo in un luogo meno assolato come dai Caraibi a Milano, la bassa esposizione ai raggi solari influisce sulla serotonina, l’ormone della felicità, inibendo l’azione di questo neurotrasmettitore.
Il risultato sarà: difficoltà a dormire, spossatezza, nervosismo, tristezza.
Il ritorno alla normalità richiede di assumere nuovamente i propri ruoli, di riprendere in mano le proprie responsabilità, e di tornare alle vecchie abitudini. Questo implica rimettere al lavoro il nostro organismo e la nostra mente per riadattarsi alla nostra “vecchia” vita. Soprattutto dopo una vacanza vissuta come estremamente piacevole e benefica, il rientro sarà percepito come un crudele scherzo del proprio destino.
Il risultato sarà: un ciclo di pensieri negativi sulla propria vita abitudinaria, sui lati infelici del lavoro e sulla nostra inadeguatezza, che sfocerà con un sonoro
“Ma non potevo rimanere là?!?”
Tornata dal Messico ho cercato di riprendere subito il fuso orario locale e di ri-ambientarmi nonostante i 20 gradi in meno. Mi sentivo abbastanza tranquilla, dal punto di vista fisiologico, ma da quello psicologico no.
Arrivata al lavoro il giorno seguente, infatti, ho scoperto che nessuno mi aveva dato un passaggio di consegne rimanendo così in balia da sola delle urgenze, delle chiamate e degli incontri. Il primo giorno è stato quindi un susseguirsi di stress, dove ogni minuto della giornata – credo – ho maledetto il momento in cui sono salita sull’aereo per tornare a casa.
Concediti un paio di giorni di relax prima di rientrare al lavoro, con l’obiettivo di riprendere le piccole abitudini e tornare in sintonia con le proprie mura di casa, i suoni familiari e quotidiani, ri-adattando l’organismo e la mente. In questo modo, avrai anche il tempo di regolarizzare il tuo sonno in linea con il tuo fuso orario. Se ne hai bisogno, prendi della melatonina che aiuta ad integrare quella già presente nell’organismo per aiutarti a regolare velocemente e con meno sforzo i tuoi ritmi circadiani.
Un’alternativa è fare in modo che questi giorni di relax siano sempre in viaggio, come ho fatto io rientrando dal mio ultimo viaggio in Cina: dovendo fare uno scalo in Europa, ho preferito allungare lo stopover per potermi abituare al fuso orario prima di tornare a casa e rientrare al lavoro.
Comincia in modo graduale con le richieste al lavoro, perchè – diciamoci la verità – non sarà tutto urgente come sembra. Come ti ho descritto prima, tornata dal Messico mi sono dovuta buttare a capofitto su emergenze e incontri dell’ultimo minuto, ma se non mi fossi fatta prendere dall’ansia da prestazione, non avrei impiegato cinque giorni per riprendermi completamente dal viaggio.
Il mio consiglio quindi è di non cadere nella tentazione di aprire le mail il tuo ultimo giorno di ferie, ma quando arrivi in ufficio, assicurati di aver chiaro quali siano le mansioni incombenti in modo da poterti creare un piano d’azione per la giornata.
Controlla l’alimentazione in modo da sostenere l’organismo dandogli l’energia necessaria per sostenere lo sforzo dei primi giorni del rientro: un po’ di sani carboidrati, pochi caffè e tanta frutta, dall’uva agli agrumi. Quindi tanti zuccheri e vitamine, e meno stimolanti.
Ti consiglio anche un po’ di cioccolata, una fonte gustosa di serotonina per dar spazio al buon umore.
Ridurre il contatto con la tecnologia, come abbiamo – dovremmo – aver imparato in vacanza, può essere rigenerante anche a casa propria: non guardare le mail fuori orario di lavoro; se stai facendo un’attività per te importante, non interrompere per rispondere al telefono ma concludila; non guardare tablet e telefono prima di andare a dormire per non interferire con una buona igiene del sonno, meglio un buon libro. Se lavori al pc, concediti delle pause per far riposare gli occhi e la mente (gli studi di psicologia hanno chiaramente dimostrato che dopo un’ora e mezza avviene un brusco calo delle risorse attentive, quindi la tua pausa è più che giustificata).
Quando viaggiamo, ci sentiamo liberi di esplorare perché fuori dalla nostra quotidianità e, tornando a casa, restano tante storie da raccontare che ci emozionano. Impariamo a tenere stretti questi ricordi, queste emozioni positive provate, questo senso di libertà. Noi siamo i nostri ricordi, quindi seleziona delle fotografie per enfatizzare quei momenti, appoggia un souvenir dove puoi vederlo quotidianamente, non stancarti di raccontare o di scrivere le vicende che più ti hanno emozionato, in modo che tu possa sempre fare un sospiro felice prima di uscire di casa.
Ogni rientro è un nuovo inizio, che sia il rientro dalla pausa natalizia – quindi un nuovo anno – o dalle vacanze estive – sappiamo tutti che l’anno psicologicamente inizia a settembre. E’ utile cominciare un nuovo hobby, mantenere attività piacevoli svolte in vacanza, ricercare nuovi stimoli che permettono di sentirci attivi e pieni di energia. Solitamente durante le ferie ci concediamo più tempo a contatto con la natura, più tempo per noi stessi, perchè non farlo anche quando siamo a casa?
E adesso dove si va? Al lavoro!
Una psicologa con la valigia sempre in mano.
Benvenuti nel blog di Psicologia del viaggio.
Una psicologa con la valigia sempre in mano.
Benvenuti nel blog di Psicologia del viaggio.
© 2017 - Travelpsych. Tutti i diritti riservati.travelpsych.it - chiara@travelpsych.itPrivacy Policy - Cookie Policy
Design by A Digital Else.