Se avverti un senso di inquietudine all’idea di non avere viaggi pianificati nel prossimo futuro, potresti soffrire di Notriphobia.
“no-trip-phobia”
Il termine di origine inglese si sta diffondendo sempre di più nel linguaggio comune tra gli appassionati di viaggi. La Notriphobia descrive, infatti, quella sensazione di ansia o disagio che nasce quando il calendario appare vuoto, senza avventure all’orizzonte.
La paura di non viaggiare si fa più intensa con l’arrivo dell’estate, quando le agogniate vacanze sono all’orizzonte e si intravede il miraggio di potersi rilassare, staccare dal quotidiano e scoprire nuove mete. Spesso, nell’attesa di trovare offerte convenienti o per la difficoltà organizzativa con i propri compagni di viaggio, molte persone tendono a rimandare la prenotazione, alimentando così un ciclo di ansia e inquietudine che si esaurisce solo cliccando il tasto “prenota”.
Prenotare un viaggio porta sensazioni positive come entusiasmo e felicità, e permette di costruirsi aspettative nel quotidiano anticipando la sensazione di evasione.
E se il viaggio non ce l’ho?
La prenotazione di un viaggio non serve solo a pianificare una vacanza, ma è anche un modo per favorire l’inclusione sociale, creando aspettative condivisione di momenti felici con i propri compagni di viaggio, e di arricchire sé stessi con ricordi unici.
In quest’ottica, la Notriphobia racconta la preoccupazione di non socializzare, di sentirsi esclusi, di non poter accrescere sé stessi con nuove avventure e visite a paesi sognati. Tardare la prenotazione significherebbe “perdere l’occasione”, alimentando così uno stato d’animo di tristezza, frustrazione e bassa autostima.
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La Notriphobia si manifesta in diverse forme e per molteplici ragioni, riflettendo la complessità della nostra mente e delle dinamiche sociali nelle quali siamo inseriti.
Questa nuova “fobia” non rientra e non è riconosciuta nel linguaggio medico, eppure è possibile individuare sintomi assimilabili all’ansia, come agitazione, frustrazione, umore labile e comportamenti protettivi (e.g. hai presente quando guardi in modo compulsivo Skyscanner in cerca di un’offerta che ti salvi la vacanza?)
Vediamo insieme alcune delle possibili principali cause che possono scatenare questa particolare forma di inquietudine:
In un mondo dominato dai social media, siamo costantemente bombardati da immagini e racconti di viaggi mozzafiato e avventure in luoghi esotici. Questa incessante esposizione crea una pressione sottile ma potente, facendoci sentire l’obbligo di viaggiare frequentemente per stare al passo, di condividere e di mostrare la propria vita. I social media come Instagram e TikTok esercitano una forte influenza sulle scelte di viaggio, specialmente tra i giovani (dalle analisi del 2024, si parla di Generazione Z).
La FOMO (Fear of Missing Out), ovvero la paura di perdere esperienze significative, è amplificata da queste piattaforme, dove le persone condividono costantemente le loro avventure. Questo confronto sociale può far sentire chi non ha viaggi in programma come se stesse perdendo qualcosa di importante, come se la sua vita fosse meno appagante o interessante.
Ti svelo un segreto: il posto più bello e il viaggio più appagante è quello che rispecchia te e i tuoi bisogni, non quelli degli altri.
Il viaggio è spesso idealizzato come una panacea per tutti i mali, un modo per sfuggire alla routine quotidiana e alle pressioni della vita moderna. Questa idealizzazione può far sì che l’assenza di piani di viaggio sia vista non solo come una pausa nell’avventura, ma come un fallimento personale o un segno di una vita meno riuscita.
Viaggiare funge spesso da valvola di sfogo per lo stress accumulato e pianificare un viaggio può offrire un senso di sollievo e speranza. Quando questa possibilità manca, i livelli di stress e di ansia possono aumentare, facendoci credere che il viaggio sia un analgesico dalla monotonia quotidiana.
La vita moderna, con la sua velocità e la ricerca costante di efficienza, può far percepire i periodi senza viaggi come tempo sprecato. La Notriphobia nasce dall’ansia di non sfruttare al massimo ogni istante, spinta dalla necessità di ottimizzare la vita.
L’essere umano cerca naturalmente nuove esperienze per sfuggire alla routine, e la mancanza di piani di viaggio può portare a inquietudine e senso di stagnazione. Viaggiare è spesso visto come un mezzo di autorealizzazione e crescita personale e, l’assenza di questa opportunità, può essere percepita come una perdita di sviluppo personale.
Se da un lato, la pandemia ha alzato molti blocchi e insicurezze sul mondo alimentando la Odofobia, al tempo stesso, ha anche rinforzato la Notriphobia. Le restrizioni hanno reso evidente quanto la possibilità di viaggiare e muoversi sia un’opportunità, un modo di riaffermare la propria libertà, che non si è più disposti a imprigionare all’interno di un confine ristretto.
Ecco alcune riflessioni per rivedere la tua ansia legata al non viaggiare abbastanza:
Non è indispensabile viaggiare per il mondo per vivere un’avventura.
La chiave per affrontare la Notriphobia potrebbe essere il riconoscere che ogni giorno offre opportunità di avventura, anche nella routine quotidiana. Cambiare il percorso per recarsi al lavoro, provare un nuovo ristorante nel quartiere o esplorare una parte della tua città mai visitata prima possono diventare micro-esplorazioni che arricchiscono la tua esperienza quotidiana. Questo contribuisce a mantenere viva la sensazione di novità e scoperta che normalmente associamo ai viaggi.
Comincia da esperienze brevi, semplici e locali, ma ricche di divertimento e scoperta. Esplorare luoghi vicini e meno noti spesso è più gratificante perché nutre il tuo spirito di avventura.
Porta il mondo a casa tua con serate a tema, decorazioni, o immergiti in tutte quelle attività che potresti fare in vacanza aprendoti a hobby da portare anche in viaggio.
Organizzare piccoli viaggi, creare esperienze originali e coltivare interessi che ci fanno evadere e interrompono la routine quotidiana, infondono una scarica di vitalità.
Prova a rivedere il tuo modo di osservare quel calendario vuoto: forse non è una mancanza, bensì di occasione per aprirsi al nuovo e all’avventura.
Organizzare il calendario con troppo anticipo è un atteggiamento di controllo e di protezione. Non riduce l’ansia, bensì la alimenta proprio per la frenesia di rincorrere gli spazi vuoti. Così facendo, rischi di far perdere di significato la tua quotidianità.
Mantieni il calendario flessibile. In questo modo sarai libero di cogliere le opportunità di viaggi last minute o di godere di piaceri più spontanei e autentici, trasformando l’ansia in eccitazione e serenità quotodiana.
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La vera avventura non è sempre lontana, è spesso proprio qui, di fronte a te, aspettando solo di essere rivelata attraverso occhi curiosi e cuore aperto.
Così, mentre pianifichi il tuo prossimo grande viaggio o ti immergi in piccole esplorazioni quotidiane, ricorda che l’avventura parte da un modo di pensare e di vivere, che trasforma ogni giorno in un’opportunità per scoprire e crescere sé stessi.
In questa analisi di PiratinViaggio svolta nel 2024 sono riportati i dati in cui si parla di Notriphobia
Una psicologa con la valigia sempre in mano.
Benvenuti nel blog di Psicologia del viaggio.
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