“Viaggiare” è sempre stato sinonimo di scoperta e di libertà ma, per mesi, nostalgia e paura si sono alternate di giorno in giorno trasformando il “viaggiare” in una chimera.
Mi manca tutto del viaggiare: il pensare ad una nuova avventura, l’ansia prima di partire, la frenesia dell’esplorazione. Gli esperimenti culinari, gli imbarazzi negli incontri, gli scambi di sguardi e di risate. Il perdermi in nuove strade, il dormire sotto un nuovo cielo, il farmi travolgere da nuovi ricordi.
Eppure, adesso, so che “viaggiare” non sarà la stessa cosa – almeno per un po’.
Mentre sto scrivendo, le restrizioni sugli spostamenti in Italia si stanno allentando e i confini internazionali, prima invalicabili, si stanno lentamente aprendo. Si preannuncia una vacanza estiva “possibile”, senza l’obbligo di rimanere seduti sul divano di casa.
Sta riaprendo tutto. I bar, i ristoranti, gli aeroporti, gli hotel. La voglia di partire si fa sempre più avvertire, ma anche l’ansia di dover affrontare le paure tenute strette e protette tra le mura domestiche.
Uscendo progressivamente di casa, ci stiamo immergendo in un contesto sociale sempre più partecipato, imparando a convivere con quel nemico invisibile con le sole armi che per ora abbiamo a disposizione: distanziamento sociale e mascherina. Come stiamo tornando in ufficio, sui mezzi pubblici e per strada, così torneremo a viaggiare dopo il Covid-19.
Se ripensiamo all’anno passato, a quest’ora stavamo scegliendo con serenità le nostre vacanze estive, cercando l’offerta migliore, la meta dei sogni, negoziando giorni di ferie. Oggi, invece, siamo di fronte ad un tempo in cui non ci sono certezze. Pochi soldi a disposizione, pochi giorni disponibili, pochi luoghi tra cui poter scegliere.
I professionisti del settore turistico italiano si stanno impegnando per garantirci la sicurezza nelle nostre vacanze, predisponendo norme di igiene e di comportamento, la presenza di medici in ogni stabile e il conteggio di visitatori in ogni luogo. Controlli medici, quarantena, distanziamento, prenotazioni e lunghe code, faranno parte del nostro itinerario, ovunque ci recheremo, con la consapevolezza che dovremo adattarci a nuove abitudini per tutelare noi stessi e gli altri.
Tra baite e sentieri, dalla Valle D’Aosta al Veneto, dalla Lombardia alla Basilicata, saranno incentivate le attività outdoor, meglio in solitaria o con pochi congiunti. Riscopriremo il bello dei pic-nic all’aria aperta, delle colazioni in camera, dei buffet ad orari scaglionati. Gli ingressi e le uscite dagli impianti avranno percorsi dedicati per evitare assembramenti e scongiurare quelle code – ignoranti – che abbiamo visto in inverno, mentre le funivie, che andranno a tutta velocità, avranno i finestrini aperti per farci assaporare il fresco dell’aria di montagna. E staremo tutti con mascherina.
Le regioni italiane si stanno attrezzando per accogliere i turisti in sicurezza. Dalla Puglia all’Emilia Romagna, dall’Abruzzo alla Sardegna, dalla Toscana alla Sicilia, sarà spesso richiesta la prenotazione online e un’autodichiarazione per certificare salute e spostamenti. Niente plexiglass per dividerci – grazie al cielo! – ma quattro metri di distanza tra un ombrellone e l’altro, braccialetti anti-Covid e applicazioni per accaparrarsi il proprio ingresso in spiaggia. Anche qui scopriremo il piacere dei pic-nic all’aria aperta e degli orari scaglionati per mangiare e per prendere il sole.
Se prima andavamo due ore prima in aeroporto, forse adesso ci recheremo almeno quattro. All’ingresso, al check-in, al gate e al ritiro bagagli, ci saranno code per il distanziamento sociale, termoscanner per controllare la temperatura corporea e percorsi precisi, in entrata e in uscita, per evitare assembramenti. Sull’aereo, ancora non è chiaro se i posti saranno alternati o addirittura le poltrone invertite o staremo separati da pareti di plexiglass, ma di certo è che non avremo più coperte, cuscini e auricolari – ci porteremo tutto da casa – e che le cabine saranno frequentemente sanificate così come la pulizia delle bocchette d’aria pressurizzata. E dovremo indossare mascherine dall’ingresso in aeroporto fino al nostro arrivo.
Inevitabilmente, dovremo riformulare il nostro modo di relazionarci, di passare il nostro tempo libero e di viaggiare. Ma avremo tutti una grande opportunità: riformulare anche ciò che vogliamo, ridefinire nuovi piani, posizionarci su una nuova partenza.
Muoverci da casa, ovunque andremo, significherà affrontare le nostre paure. E questo sarà il punto di partenza. Ogni tanto dimentichiamo che la paura è la fonte del nostro coraggio. Se da un lato, il timore ci rende immobili, dall’altro, una volta ascoltato e compreso, diventa la spinta per ogni nostra azione. Non è coraggioso chi non ha paura, ma chi si impegna ad affrontarla e a superarla, riconoscendo e usando gli strumenti che ha a disposizione. Focalizziamoci quindi sulle nostre emozioni usandole come bussola per agire, ascoltiamoci e rispettiamo i nostri ritmi. Concediamoci il tempo per scegliere dove andare, senza sentirci costretti da tempistiche e richieste altrui, diamoci la possibilità di sentirci al sicuro usando distanziamento, mascherine, percorsi e applicazioni per prenotare. E ricordiamoci che tutti – TUTTI – stiamo affrontando gli stessi timori e siamo alleati contro lo stesso nemico invisibile.
Di fronte alle restrizioni e ai compromessi, la flessibilità – psicologica – rappresenta la nostra migliore alleata e queste vacanze rappresentano l’occasione per allenarla. La flessibilità ci permette di rispondere in modo efficace e consapevole alle situazioni complesse che incontriamo nel corso della nostra vita, di concentrarci sul momento presente individuando soluzioni in base a ciò che abbiamo e di compiere delle scelte rispettando le nostre scale di valori. In queste vacanze 2020, non c’è spazio per itinerari rigidi e serrati. Impareremo ad accettare i cambi di programma, rispettando i nostri tempi, ad apprezzare i luoghi vicini a casa validando le nostre emozioni, a orientarci in base a ciò che ci rende sereni in quel momento.
Il distanziamento sociale è per noi contro natura, eppure rimarrà una regola con la quale dovremo convivere ancora per molto tempo. Il rischio è che il distanziamento si trasformi – o si è già trasformato – in diffidenza verso l’Altro, maturando il rischio di farci sentire sconnessi dal resto del Mondo e di farci percepire la nostra realtà con incertezza e timore. Nei prossimi viaggi, dovremo interfacciarci con nuove modalità di relazione trovando il modo di mantenere quella dimensione sociale di incontri che arricchisce un viaggio. Ci concentreremo nello scoprire una nuova forma di fiducia e di vicinanza, fatta di sguardi complici, di parole pronunciate dietro la mascherina e di posture più accoglienti. Riscopriremo e alleneremo la nostra comunicazione non verbale ovunque ci troveremo, controbilanciando la solitudine e i sacrifici che abbiamo tutti dovuto affrontare.
Mi manca viaggiare e desidero poterlo fare liberamente. Ma ora, non è possibile. Sognare a occhi aperti non è sbagliato, ma quando desideriamo troppo e non ci sono le basi per ottenere quel qualcosa, cadiamo nel rischio di immergerci in uno stato di disagio e di inquietudine.
Dobbiamo imparare ad alimentare quel desiderio, a indirizzare e guidare quella tensione che ci spinge a cercare di realizzarlo. Partiamo quindi dalla nostra quotidianità allenando quel sentimento di meraviglia e senso di libertà del viaggiare, in attesa di un futuro con meno vincoli. Riscopriamo la dimensione straordinaria delle piccole cose, come andare in bicicletta, passeggiare nella natura, mangiare un gelato, scaldarci al sole, galleggiare nell’acqua. Pianifichiamo le nostre prossime avventure quando sentendoci efficaci nel risolvere le difficoltà, costruendoci aspettative realistiche e sostenendo la nostra motivazione, avvalendoci di consulenze mirate e della Realtà virtuale. In questo modo, potremo prepararci in modo edificante e nutrire il nostro desiderio di partire mettendoci alla prova con un’esperienza di viaggio preliminare.
Quando non si può più cambiare la situazione, non resta altro da fare che cambiare noi stessi. – Viktor Frankl
Queste vacanze del 2020 richiederanno pazienza, compromessi e rinunce, ma nulla ci vieta di poter gestire, riflettere e affrontare i nostri timori per vivere un’estate piacevole, per noi e per coloro che avremo accanto.
Se ci pensiamo, in questo periodo ci stiamo preparando, adattando e riscoprendo nuove modalità di viaggiare, in attesa di tornare ad esplorare il Mondo. E poi ci ritroveremo a viaggiare con ancora più passione di prima.
Una psicologa con la valigia sempre in mano.
Benvenuti nel blog di Psicologia del viaggio.
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