E quindi sei felice? Stai partendo per Bali
Non lo so, devo prima arrivarci!
Ero intenta a far entrare tutto in valigia poche ore prima di partire, mentre India – la mia cagnolina – mi guardava delusa sul mio letto con gli occhi languidi di quando vede qualcuno riempire una borsa senza metterci dentro anche lei.
Ero in partenza per Bali, un nome che solo pronunciandolo mi mette ancora in moto una sognante frenesia. Bali era uno di quei viaggi che il mio cuore attendeva e immaginava da tempo, ma non potevo permettermi di essere contenta, non perché non fossi felice, ma perché “E se poi non mi piace?”
E uno dovrebbe rispondermi: “Come può non piacerti Bali?”
Ebbene, sì, conosco persone a cui Bali non è piaciuta perché le loro aspettative su quel viaggio sono state deluse.
Quando dobbiamo partire, soprattutto per mete sognate, tendiamo ad esaltare quel luogo cercando informazioni sulle guide o fotografie su internet al fine di rafforzare ancora di più il nostro desiderio.
Stiamo costruendo delle aspettative sul nostro viaggio, ovvero stiamo facendo delle previsioni su come sarà per noi quel luogo tanto bramato ed è difficile resistere alla tentazione di fantasticare e girovagare con l’immaginazione.
Eppure, nel tempo, ho imparato a chiudere entusiasmi preventivi e aspettative eccessive in un cassetto, così da non rischiare che la realtà, per qualche motivo, mi deluda o stranisca.
No. Assolutamente no.
L’aspettativa è una sana e normale visione predittiva e adattiva di qualcosa che – realisticamente – deve accadere. Siamo propensi a cercare di anticipare il futuro per prevederne le circostanze e questa attesa nutre la nostra carica emotiva rendendo sempre più desiderato l’obiettivo finale.
È su tali processi mentali che si basa la nostra visione del mondo. L’aspettativa è una griglia di lettura con la quale interpretiamo e immaginiamo luoghi e persone, e sulla quale creiamo una base per poter agire con cognizione di causa.
Non possiamo farne a meno.
L’essere umano è per sua natura trasportato dall’immaginazione, dalle aspirazioni e dai desideri, correndo sempre il rischio di inciampare nell’altra parte della medaglia, la delusione, che lo trasporta a terra con un macigno tra le mani.
Capita così nella vita di tutti i giorni e, a maggior ragione,
anche nel viaggio
La delusione di un’aspettativa è un fallimento della nostra capacità previsionale che causa un’amarezza tanto intensa quanto è il tempo che abbiamo dedicato ad immaginare e a desiderare quel obiettivo. In parte è proprio per questo che ho smesso di idealizzare troppo un luogo, o meglio, cerco di limitarmi ad immaginarne quanto sufficiente a prepararmi in senso pratico.
Se ci pensi, infatti, è proprio la “fregatura”, causata da un’aspettativa eccessiva, ad insegnarci come riformularle correttamente.
Per evitare che in un viaggio, la delusione prenda il sopravvento, come è capitato a me in passato, e come sarà capitato anche a te almeno una volta, ho riassunto alcune strategie messe in pratica e definite nel tempo:
L’aspettativa deve essere realistica, quindi cerca informazioni a 360 gradi sul luogo in cui vuoi andare. Come Bali, un paese dolce come il miele ma anche una terra che cela, dietro un velo troppo sottile perchè non le si intraveda, povertà, disagio e miseria. È un paradiso sì, ma terreno, umano, con tutti i contrasti che questo comporta.
Cerca di crearti un programma di marcia flessibile dando spazio a cambiamenti e ad imprevisti che potrebbero non permetterti di fare tutto quello che ti sei prefissato ma potrebbero stupirti con attività e situazioni che non avresti mai potuto prevedere. In questo modo, non sentirai il peso di dover correre contro il tempo o la frustrazione di non riuscire a fare tutto quello che avresti voluto. I risultati saranno più appaganti.
Questa è forse la strategia più costruttiva per evitare che si ripeta di nuovo: hai sbagliato i tempi? Hai puntato troppo su un’attrazione? Non ti sei dato la possibilità di scoprire liberamente quelle cose che nessuna guida turistica potrebbe descriverti? Può succedere, e ora che lo hai capito, non ripeterai più lo stesso errore.
Non puoi fare l’esploratore se sei in crociera quando ci sono orari di ingresso e di uscita da rispettare, e non puoi perdere tempo alle bancarelle se il tuo tour organizzato è in ritardo con i tempi. Non puoi credere di stare al mare tutto il giorno se la persona che ti accompagna odia stare in spiaggia, così come non puoi pensare di guardare ogni museo di una città se hai di fianco qualcuno che preferisce il parco. E così via.
Lo sai che può piovere anche gli unici due giorni in cui tu sei nel deserto per vedere le stelle? Probabilmente non accadeva da secoli. Non è colpa tua, ma la sfortuna, esiste.
“Penserò a Bali quando sarò a Bali, il viaggio è lungo”
A credere che un viaggio, in qualunque parte del mondo, possa arrivare a sorprendermi perché mi insegnerà qualcosa, nel bene o nel male, accogliendo la realtà così com’è, senza necessariamente dover prevedere ogni cosa, ogni passo, ogni meta.
Rifletto su un itinerario ma lascio spazio al cambiamento, prefiggendomi alcune esperienze e al contempo permettendo alle bellezze e alla gente del luogo di stupirmi, di avvicinarsi ed insinuarsi nel mio itinerario come fonte di opportunità.
La spiaggia di Seminyak era meravigliosa, ma non balneabile causa “onde assassine” – e quindi cosa fai tutto il giorno?
Ubud era affascinante e i dintorni di rara bellezza, ma la sofferenza era sotto solo a pochi passi da noi, negli occhi della bambina che ci pregava di comprare da lei qualche bottiglia di birra, nel pianto della signora che si è inginocchiata davanti a noi supplicandoci di comprarle dei sarong, tipici parei locali, o nella gente che si lavava nei torbidi canali non distanti dalla zona turistica. E’ un paese dove le classi sociali sono molto evidenti e distanti per qualità di vita, ed è difficile non accorgersene.
Le isole Gili erano così silenziose e appartate da renderle incantevoli, ma la puzza di spazzatura, raccolta in cumuli in diverse zone, spiagge comprese, era sempre nell’aria – era quindi meglio stare nell’acqua.
Tra un cocktail di frutta ed un latte di cocco, alle Gili, potresti trovarti nella situazione di vederti offrire funghetti allucinogeni, o potresti incrociare una mucca, magra come difficilmente ne avrai viste prima, intenta a mangiare rifiuti abbandonati per la strada.
Che ne pensi? È la Bali che ti aspetti?
A Bali ho avuto modo di commuovermi e riflettere, oltre che mettere in discussione le mie idee su temi che solitamente, quando vai in vacanza in un paradiso terrestre, immagini di lasciare a casa, chiusi nel cassetto delle questioni “difficili”. Ma in tutto questo, tra sorprese positive e meno positive, non ho mai avuto spazio e tempo da dedicare alla delusione.
E quindi? Quindi, non pensare troppo alla tua prossima meta, fatti un piano semplice e arioso, preparati all’imprevedibile e permetti alla realtà di colpirti come nessuna fantasia potrebbe mai.
Sarà bellissimo.
Buone aspettative in viaggio!
Una psicologa con la valigia sempre in mano.
Benvenuti nel blog di Psicologia del viaggio.
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