Se ti trovi a Pechino, non puoi non dedicare almeno un giorno ad una delle opere dell’ingegno umano più maestose e emblematiche al Mondo.
Parlo di lei, la Grande Muraglia.
Ci vollero secoli e una lunga successione di dinastie al potere per costruire questi 6430 km di bastioni e alte mura, mattone dopo mattone. Eppure, nonostante le guerre, le invasioni e il passare ineludibile del tempo che l’hanno deteriorata, la Grande Muraglia è tutt’oggi riconosciuta come Patrimonio dell’Umanità UNESCO ed inserita tra le meraviglie del mondo moderno.
I tratti restaurati sono quelli che permettono oggi di vedere la Muraglia com’era agli antichi splendori, un suggestivo serpente di pietra che si sviluppa tra le alture della Cina del Nord.
Tra questi tratti, il più conosciuto e il più facile da raggiungere in autonomia è Badaling, preso ormai d’assalto da turisti di tutto il mondo perché raggiungibile in treno in mezz’ora da Pechino.
Il secondo punto restaurato è Mutianyu, un po’ più distante dalla capitale e meno facile da raggiungere da soli, ma sempre pieno di turisti. Io e Lele ci siamo andati con un gruppo organizzato perché è stata la nostra prima gita fuori porta, ma alla fine ti spiego il perché probabilmente non lo rifaremmo.
Sveglia alle 6 del mattino, il proprietario del nostro hotel ci bussa con gentile prepotenza alla porta ripetendo suoni somiglianti ad un “you’re late” – anche se ci voleva fantasia per decifrare quelle parole – ignorando come invece fosse il pullman ad essere, gravemente, in anticipo.
Un paio di ore di strada e siamo al parcheggio di questo tratto di Muraglia, convinti che il viaggio finisse lì, quando, al contrario, per giungere alla nostra biglietteria ci attendevano altri chilometri a piedi tra bancarelle, qualche tratto in funivia, un’altra biglietteria, un’arrampicata, un salto con la fune ed una preghiera ad una divinità buddista. Detto che delle cose elencate potrebbe essere vera solo quella dei chilometri a piedi e della funivia, ricordo che lungo il percorso fummo scrutati da una dolcissima bambina che non riusciva a toglierci gli occhi di dosso mentre la nostra guida si raccomandava con noi a proposito di cosa fare, cosa non fare e gli orari da rispettare tassativamente.
Una volta arrivati alla biglietteria, ci aspettava l’ascesa in funivia fino alla torre 14. Dopo pochi minuti immersi negli alberi, iniziamo ad intravedere le mura che, slanciate e imponenti, si alzano oltre le alture. Il cielo è coperto, la luce tenue e l’aria umida ma nonostante il grigiore lo spettacolo innanzi a noi è meraviglioso.
E’ come avvicinarsi al cielo, una passerella da cui sfiorare le nuvole.
Appena saliti ad accoglierci è un baretto, ci facciamo un caffè tranquillo prima di varcare la soglia e intraprendere il percorso lungo le mura: una scalinata ripida e stretta, unica via d’ingresso come d’uscita.
Il tratto di Mutianyu è lungo circa 3 km ed è un continuo sali e scendi di gradini e gradoni spesso molto ripidi. L’afa è soffocante, i vestiti si appiccicano, la folla aumenta. Lele e io iniziamo a passeggiare per le scalinate, tra turisti spesso intenti a fotografarsi o a mangiare presidiando i punti panoramici. In un continuo migrare da questo a quel punto di vista, salendo e scendendo, alzandoci e sedendoci, stringendoci per passare per i cuniculi più stretti e abbassandoci per quelli più bassi, abbiamo sviluppato la piacevole sensazione di essere degli Indiana Jones in salsa orientale, e devo ammettere che la cosa ci piaceva al punto da farci perdere la cognizione del tempo.
Terminata la visita, la discesa è stata persino più avventurosa della salita. Lo stretto ingresso di cui sopra è diventato occasione per me, Chiara, di provare l’ebrezza dello stage diving quando mi sono letteralmente buttata su un gruppo di, malcapitati, cinesi. Lele invece, cavaliere, ha colto occasione per aprire a spallate la via ad una tenera signora. A modo suo, un momento indimenticabile.
Riprese le energie ci siamo diretti al ristorante, lungo la strada, Haizhong Yannongjia, dove ci attendevano tavolini tondi e piatti incelofanati pronti ad essere riempiti di riso.
A metà pomeriggio siamo tornati a Pechino, felici di aver visto, calpestato, e toccato uno dei monumenti più grandi e strabilianti costruiti dall’uomo.
“Chi non è mai salito sulla Grande Muraglia non è un vero uomo” – Mao Zedong (ndr: quello che voleva farla abbattere)
La Grande Muraglia è stata la nostra prima tappa significativa in Cina e lo shock iniziale ci ha portati a scegliere di non muoverci da soli. Ci siamo quindi appoggiati all’agenzia interna dell’hotel di Pechino che ci ha proposto un pacchetto comprensivo di guida, trasporto, pranzo, biglietto d’ingresso e salita in funivia, al prezzo di 380 CNY (circa 50 euro).
E’ stato estremamente comodo non dover pensare al tragitto e avere una guida di riferimento. Il lato negativo, però, sono stati gli orari stretti e poco flessibili che non permettono di godere a pieno dell’escursione. Purtroppo non siamo riusciti a fare la discesa in toboga (una specie di slittino) che ti consiglio.
A posteriori, dopo aver esplorato in autonomia alcune delle zone più remote della Cina, ti propongo di provare a muoverti con gli autobus (n°867 o n° 916) che sono molto più economici (circa 12 CNY) e danno un che di adrenalinico all’escursione sulla Grande Muraglia.
Un’altra alternativa è un driver privato o un taxi per poterti muovere da solo liberamente e comodamente, anche se ad un prezzo maggiorato (intorno ai 600 CNY).
Ovviamente, ogni scelta di trasporto dipende sempre dal genere di viaggio che hai intenzione di fare, dal tempo che hai a disposizione, dalle possibilità economica e dal tuo programma.
L’ingresso al tratto Mutianyu è di 45 CNY (circa 6 euro)
A questo devi aggiungere:
La “passeggiata” sulla Muraglia può essere faticosa, soprattutto d’estate tra l’afa e lo slalom tra turisti. Ti consiglio di munirti di acqua e qualcosa da mangiare per far fronte alla fatica e ai cali di zuccheri. Puoi acquistare tutto anche alle bancarelle prima dell’ingresso o al bar appena sceso dalla funivia.
Gli unici servizi igienici presenti sono sul percorso a piedi tra il parcheggio e la biglietteria e appena saliti sulla Muraglia.
Armati di pazienza se andrai da solo, organizzati con i nomi in cinese di ciò che vuoi fare – ad esempio “funivia” “salita/discesa” – da mostrare in biglietteria e della direzione da indicare all’autista dell’autobus o del taxi o del driver.
Per il resto, divertiti, la Muraglia è unica al Mondo!
Un ringraziamento speciale a Gabriele, mio compagno di vita e di avventure, che pazientemente mi ha seguita ed immortalata in questo viaggio.
E facciamoli due gradini ogni tanto!
Una psicologa con la valigia sempre in mano.
Benvenuti nel blog di Psicologia del viaggio.
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