Immergiamo i piedi nella sabbia bianca stupiti di quanto sia fresca nonostante il caldo. Alziamo quindi lo sguardo e di fronte a noi un litorale costeggiato da palme che si affacciano su un mare turchese quasi indistinguibile dal cielo.
“Woow”
E’ la prima parola che viene in mente a me e a Gabriele quando arriviamo a Playa Paraiso, la spiaggia di Tulum.
Siamo qui dopo un giorno passato a Playa del Carmen, sulla Riviera Maya, dove abbiamo visto la nostra prima alba messicana, provato il nostro primo tacos e visto per la prima volta il mare dei Caraibi.
Ma a Tulum è come se tutto fosse ricominciato una seconda volta e in modo diverso, più intenso: nuovo sole, nuovo cibo, nuovo oceano.
Una rinascita, un nuovo Messico.
“Zama” è il nome antico di Tulum e significa “alba”
Scendiamo dall’autobus ADO alle Rovine Maya e prendiamo un taxi che in pochi minuti ci porta al nostro albergo a Playa Paraiso – l’anima un po’ bohémien un po’ hippie chic di Tulum – dove trovare relax e pace dei sensi, tra cabanas più o meno costose e bar sulla spiaggia.
Svegliarsi ogni mattina con i piedi nella sabbia e correre ad ammirare le prime luci sul mare calmo, non ha prezzo: questo è stato solo il prologo dei nostri quattro giorni trascorsi a Tulum playa, l’inizio di una favola, ambientata in un idilliaco – letteralmente – paradiso. Una cartolina da toccare con mano e da inviare ai nostri più dolci ricordi
C’era una volta…
La nostra cabanas era formata da quattro mura e un tetto di paglia, un’amaca fuori dalla porta appesa a due palme e intorno a noi solo vegetazione. A pochi passi, il mare, il più bello che abbia mai visto.
Grazie al jet-lag ogni mattina ci veniva naturale svegliarci alle sei e mezza per fotografare l’alba e respirare i suoi silenzi, la sua pace.
L’aria era tiepida, il sole appena splendente regalava un cielo dorato che si rifletteva sulla onde ancora calme. Non so raccontare a parole la delicatezza di quel momento che avremmo vissuto ogni mattina, durante la nostra permanenza. Una passeggiata sul bagnasciuga, dolci sorrisi e qualche sguardo complice. Intorno a noi, le cabanas con le finestre chiuse, alcuni addetti che rastrellavano la sabbia e uccellini che correvano dall’acqua col fare sicuro del “velociraptor”, come li chiamavamo simpaticamente. Tornati al bar, prendemmo posto nei pressi della riva per una sana colazione circondati da placidi paguri, corvi discreti e iguane che attraversavano le gambe dei tavoli come fossero dei normali gatti domestici. Stavamo lì, cullati dal tintinnio delle conchiglie e dal rumore delle onde, ad osservare il colore dell’acqua mutarsi da oro zecchino in turchese Caraibi.
Un’atmosfera che lascia spazio a ben poche preoccupazioni.
Solo relax.
Meravigliosamente surreale.
La placida tranquillità mattutina lascia presto spazio ad un moderato traffico di turisti tra cui improvvisiamo uno slalom passeggiando lungo la riva verso le Rovine Maya. Tra bambini, barche, pellicani e chitarristi hippie, ci immergiamo nelle calde acque dell’oceano finendo inconsapevolmente in chissà quante foto scattate dalla pletora di fotografi improvvisati atti a immortalare ora la propria fidanzata, ora gli amici, ora le bellezze locali.
La Riviera Maya è circondata dalla seconda barriera corallina più grande al mondo e non ci siamo lasciati sfuggire l’occasione di osservarla da vicino facendo snorkeling dopo aver noleggiato una barca per raggiungerla. Ad arricchire il rosso dei coralli partecipavano il giallo, il blu e i mille altri colori dei branchi di pesci che vi nuotavano dentro e attorno. Pesci che avremmo “reincontrato” appena prima del tramonto quando sulla spiaggia ci fermeranno dei pescatori tutti fieri del loro pescado.
Poi cena, stelle, nanna e alba.
“E quando durante una di quelle passeggiate si è mostrato l’arcobaleno varcare la spiaggia e toccare il cielo, beh, abbiamo davvero pensato di essere in paradiso”
Risate. Costanti e spensierate risate.
Leggerezza.
Tacos. Squisiti tacos di pesce, quesadillas di verdure, mini burger accompagnati da nachos con fresco guacamole. E poi ceviche di polpo, di gamberi, di tonno.
Così erano i nostri pranzi e poi le nostre cene, con sottofondo l’oceano e quel cielo dai colori così intensi e mutevoli sempre davanti ai nostri occhi.
Gusto, profumo, vista. Solo pace dei sensi.
Edenico.
Playa Paraiso è un luogo di rara bellezza, dove l’unico pensiero è scegliere se rilassarsi nuotando in acqua, passeggiare sulla sabbia o ammirare tutto questo spettacolo con una cerveza in mano.
Tulum è un luogo strategico in cui soggiornare per potersi addentrare nella regione del Quintana Roo. Dalla Playa abbiamo raggiunto a piedi le Rovine Maya e siamo partiti per un’escursione a Sian Ka’an. Le giornate volano tra escursioni e scoperte, ma non perderti una giornata intera di sano relax. Non te ne pentirai.
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Abbiamo dormito all’Hotel Poc Na sfruttando un’offerta ragionevole. L’hotel è situato al chilometro 1.5, il punto a nostro avviso più incantevole di Playa Paraiso perchè circondato da rigogliosa vegetazione e poco distante dalle Rovine Maya, facilmente raggiungibili a piedi. Ma non ci sono molte alternative per mangiare ed è necessario spostarsi con un mezzo. Noi, non avendo alcuna intenzione di muoverci troppo, siamo rimasti scalzi a camminare sulla sabbia dall’alba al tramonto, concedendoci le albe più belle che si possano immaginare, e deliziando il nostro palato nel ristorante all’interno. Il personale è gentile e accomodante e la location meravigliosa. Non avremmo saputo chiedere di più.
Ci siamo appoggiati all’hotel anche per l’escursione a Sian Ka’an dato il prezzo vantaggioso e l’ottima organizzazione.
Su Playa Paraiso vi consiglio di provare almeno una volta il ristorante del nostro hotel Poc Na che si affaccia direttamente sull’oceano in un’atmosfera rilassata, semplice e idilliaca. Offre pietanze squisite messicane un po’ rivisitate, a prezzi modesti, ma non proprio economici rispetto ad altri locali poco distanti, soprattutto dalla spiaggia, senza però mai spendere più di 400-600 pesos in due (18-30 euro). Per noi è comunque stato uno dei migliori locali in cui mangiare e rilassarsi, provati nel nostro viaggio in Messico.
Per raggiungere Tulum playa abbiamo preso l’ADO da Playa del Carmen che in appena un’oretta ci ha portato alla fermata delle Rovine Maya per poco più di sei euro.
Ci siamo poi rivolti ai taxi, sempre economici e disponibili a portarti ovunque, per spostarci nel pueblos o per visitare altri punti di interesse (tendenzialmente, chiedono sempre tra i 100 e 150 pesos, 4-5 euro, per spostarsi tra Tulum Playa e Tulum Pueblos).
Abbiamo girato la penisola dello Yucatan in autobus turistici e locali con l’obiettivo di risparmiare e di poter esplorare più da vicino questa terra. Gli ADO sono comodi, economici, con servizi (tv e bagno) e sicuri.
Tornando indietro, non cambieremmo. Ci è piaciuto molto ogni aspetto.
Per controllare gli orari e i prezzi (spesso scontati) abbiamo utilizzato la app ADO da cellulare.
Il sito archeologico di Tulum si trova esattamente all’inizio della Playa.
Tramite l’hotel ci siamo uniti ad un tour organizzato a Sian Ka’an, riserva della biosfera che si trova alla fine della riviera.
In spiaggia abbiamo contrattato un giro in barca di un paio d’ore con snorkeling sulla barriera corallina a circa 10 euro a testa.
Un ringraziamento speciale a Gabriele, mio compagno di vita e di avventura, che con amorevole pazienza mi ha ripreso e fotografato in questo meraviglioso viaggio.
E grazie a E-Dreamsworldwonders che mi ha permesso di realizzarlo.
Una psicologa con la valigia sempre in mano.
Benvenuti nel blog di Psicologia del viaggio.
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