Passeggiando tra tucani e pescatori, i piedi nella sabbia sulla playa di Tulum, ci siamo lasciati il mare, di uno splendido turchese, alle spalle. Accompagnati da altri turisti – chi a piedi, chi in bici, chi in taxi – ci addentriamo camminando in una fitta foresta, lungo una via asfaltata di un paio di km.
Al ciglio della strada delle improvvisate bancarelle di frutta, tutto intorno a noi profumo di mare e di erba bagnata. Farfalle blu danzavano innanzi ai nostri occhi come ad indicarci il cammino. Il caldo sulla pelle, il sole tra le fronde e i vestiti leggeri, come leggeri erano i pensieri.
Seguiamo un labirinto tra i bambù che porta ad una scalinata tra basse felci, finché la foresta inizia a farsi rada a mostrare il cielo. E sali, sali per quei gradini di roccia chiara, entri in una piccola galleria e senti le farfalle nello stomaco che non riescono più ad aspettare.
Con la mente a galleggiare nell’azzurro dell’immenso cielo sopra di me, mi perdo innanzi ad un quadro fuori dal tempo, fatto di pietre secolari e iguana convinte di esser gatti. Eccole, le Rovine Maya di Tulum.
Il Tempio del Dio discendente, una piramide capovolta per accogliere il tramonto del sole. La parete su cui sono raffigurate le divinità care ai maya – fertilità, luna e pioggia – è il Tempio degli affreschi. E poi il Tempio del Dio del Vento, struttura sul mare per difendere il popolo dai venti impetuosi.
Impagabile.
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Se arrivate dalla statale in macchina o in autobus verso Tulum, seguite le indicazioni per le Rovine Maya (gli ADO portano direttamente alla fermata) che vi porterà in un grande parcheggio da dove parte una navetta gratuita che accompagna i visitatori direttamente all’ingresso del sito.
L’ingresso è di 57 pesos (2,61€ circa), ma dalle 16.45 il prezzo è di 250 pesos (11,44€ circa).
Tenete conto che ci vogliono almeno tre ore per poter visitare il sito archeologico con tranquillità.
Se andate nel tardo pomeriggio, prima del tramonto, è molto probabile che i piccoli lemuri che vivono nella foresta escano allo scoperto, in particolare la famiglia di Lucy (nome ufficialmente attribuito ad una specifica famiglia, con tanto di cartello).
Un ringraziamento speciale a Gabriele, mio compagno di vita e di avventura, che con amorevole pazienza mi ha ripreso e fotografato in questo meraviglioso viaggio.
E grazie a E-Dreamsworldwonders che mi ha permesso di realizzarlo.
Una psicologa con la valigia sempre in mano.
Benvenuti nel blog di Psicologia del viaggio.
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