Tenere i sogni a vista
Era il 2016 quando sono venuta a Kuala Lumpur per la prima volta.
Sono state solo una manciata di ore, giusto il tempo di vedere quel luogo iconico e multiculturale, prima di raggiungere Bali.
Ricordo che io e Lele siamo atterrati la sera tardi, l’aria trasudava di umidità tropicale. Avevamo una grande fame e siamo finiti in una sorta di mensa, ai piedi delle Twin Towers, a divorare un piatto di nasi goreng e roti canai e a bere acqua di cocco. Non avevamo nessuna mappa, non avevamo internet, non sapevamo niente di quella città. E siamo andati via con un po’ di amarezza perché era come aver vissuto Kuala Lumpur a metà.
Siamo tornati nel 2022 per un viaggio tra Malaysia e Borneo durato tre settimane, e questa volta abbiamo consumato la guida prima di partire, e, questa volta, abbiamo vissuto Kuala Lumpur pienamente.
Una città dai mille volti, piena di energia, dove musiche di ogni genere si diffondono in modo sinuoso per le strade, tra profumi allettanti, architetture eccentriche, gruppi di persone di ogni etnia e ceto sociale. Un luogo dove sentirsi cittadini del mondo.
Tre giorni a Kuala Lumpur: un po’ di storia per capire il presente
Tre giorni a Kuala Lumpur: cosa vedere
1. Il quartiere storico di Chinatown
2.Il quartiere moderno di Bukit Bintang
3.I tre luoghi iconici e spirituali
Travel Psych Tips: informazioni pratiche per tre giorni a Kuala Lumpur
Prezzi, dove dormire e come muoversi
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Kuala Lumpur venne fondata nel 1857 dal sovrano Raja Abdullah, membro della famiglia reale malay di Selangor, per permettere alla comunità cinese di estrarre materie prime. I cinesi iniziarono così a costruire i primi edifici dove i fiumi Klang e Gombak confluivano, nel mezzo della giungla.
Kuala Lumpur significa “confluenza fangosa”
Ma è dal passato coloniale britannico che ha origine la Kuala Lumpur odierna.
Tra il ‘700 e l’800, la Compagnia delle Indie Orientali si insediò in Asia per promuovere l’esportazione di tabacco, materie prime, spezie e alimenti, e spartì il territorio, compreso tra Penang e l’attuale Indonesia, con i coloni olandesi e portoghesi. La dominazione inglese sulla terra malese promosse nel tempo l’insediamento della comunità cinese e di quella indiana, in linea con la propria visione economica e con lo sviluppo industriale. Arrivarono ferrovie, si crearono miniere e piantagioni, togliendo spazio alle tribù indigene e introducendo nuovi idiomi, culture, religioni e tradizioni.
Si crearono nel tempo forti tensioni etniche a causa dello squilibrio di potere tra i cinesi, che divennero presto il motore dell’economia del paese arricchendosi velocemente, i sikh, che occupavano le posizioni in polizia, e i malesi, che si sentivano sempre più emarginati nonostante le posizioni nella pubblica amministrazione del paese.
I primi decenni del ‘900 videro rivolte sanguinose, sia interne, tra le minoranze etniche, sia esterne quando i giapponesi, durante la Seconda Guerra Mondiale, occuparono facilmente Kuala Lumpur. La ripresa del territorio da parte degli inglesi segnò il declino di questa colonia, sempre più complessa e difficile da gestire, che ormai esigeva l’indipendenza.
Nel 1946, la Gran Bretagna convinse i sultani a firmare l’Unione Malese mantenendo la sovranità britannica che creò un mal contento della popolazione. Dopo un decennio di insurrezioni, nel 1957 Kuala Lumpur ottenne l’indipendenza dalla corona inglese (in malese “Merdeka”) divenne presto riconosciuta come capitale della Malaysia e come Territorio Federale.
I decenni successivi videro numerosi scenari di protesta a causa della politica malese tesa a ristabilire la propria sovranità culturale e linguistica sul territorio, promuovendo un programma di istruzione che ignorava le origini e l’idioma della comunità cinese e di quella indiana. I tumulti etnici raggiunsero l’apice nel 1969, tanto da causare la sospensione del Parlamento per due anni, che venne risolto attribuendo privilegi economici ai malesi e creando una coalizione tra partiti.
Negli anni ’90 la Malaysia ebbe una forte crescita economica il cui centro era Kuala Lumpur. Vennero affrontate sfide architettoniche, come la costruzione delle Petronas Tower, della KL Tower, un aeroporto internazionale e nuovi condomini, oltre al rifacimento e al potenziamento del trasporto pubblico che si ampliò su tutto il territorio circostante.
Oggi Kuala Lumpur è il volto multietnico della Malaysia, casa dei maggiori gruppi etnici della Nazione, i malesi, i cinesi e gli indiani, che oggi convivono in modo tollerante e armonioso.
Il carattere caleidoscopico di questa città si riflette nella sua quotidianità, dall’offerta gastronomica a quella culturale. Un melting pot in costante evoluzione che ha reso Kuala Lumpur la città più vibrante dell’Asia.
Tre giorni non sono sufficienti per scoprire interamente la Kuala Lumpur, ma è il compromesso per conoscere la sua anima multisfacettata e immergersi nel suo impeto orientato al futuro:
Chinatown è il luogo dove scoprire la storia del paese ma anche dove vivere autenticamente quell’atmosfera multiculturale che caratterizza la città.
A Chinatown vive una delle più antiche comunità della Malaysia. I suoi colori e la sua vivacità rendono il quartiere uno spaccato unico della cultura e della storia del paese, dove convivono etnie e religioni cinesi e indiane e dove si trova la famosa Merdeka Square, la piazza dove venne proclamata l’indipendenza malese.
È in questo quartiere che lo street food regna sovrano, soprattutto nei pressi di Petaling Street, ma tra una padella scoppiettante e il chiacchiericcio da strada, ci si può immergere in alcuni dei luoghi di culto più antichi del paese dove ritrovare la pace dei sensi.
Il Guandi Temple, fu costruito nel 1888 per la comunità cinese di ogni credo durante l’immigrazione. Al suo interno sono presenti altari, manufatti e simboli per permettere a buddhisti, taoisti e confuciani di pregare. Alle spalle del tempio, la Menara Tower si erge verso il cielo, il nuovo grattacielo malese, da cui poter ammirare dall’alto la città.
Il Sin Sze Si Ya Temple è il tempio taoista più antico, risalente al 1864, dedicato a due divinità per sostenere l’ascesa politica del capitano Yap. All’interno, il silenzio è rotto solo dai sibili del vento, i fumi di incenso creano nuvole intorno ad oggetti di arte di grande valore che raccontano la storia dei pionieri della comunità.
Lo Sri Mahamariamman Temple è il tempio indù più antico della Malaysia, ultimato nel 1878 e dedicato alla dea madre dell’India del Sud. All’esterno sono presenti bancarelle di fiori freschi il cui profumo si mischia a quello di incensi e di noodles cotti in strada.
La spiritualità che richiama il passato è solo un volto di questo quartiere. Poco più avanti ecco la vivace, Kwai Chai Hong, un’antica via di Chinatown che ha ripreso vita negli ultimi anni grazie ad un gruppo di giovani artisti. Botteghe e mura sono state riqualificate con insegne di neon colorati, bagliori di lanterne e murales interattivi di cui far parte. Ogni opera ha accanto, infatti, un QR per la Realtà Aumentata grazie a cui scoprire la storia passata del quartiere e il giovane autore.
Il quartiere di Bukit Bintang è il luogo dove scoprire l’avanguardia malese. Un compatto e sfavillante centro cementato che guarda verso il cielo, è così che d’impatto ho vissuto Bukit Bintang, dove si alternano negozi di lusso, architettura moderna, ristoranti ricercati e altissimi rooftop.
Jalan Alor è la via più famosa per lo street food serale, ma di giorno mostra le sue pareti arcobaleno con imponenti opere di street art.
Le Petronas Towers sono l’icona della città. Alte 88 piani, vennero costruite alla fine degli anni ’80 dall’architetto argentino César Pelli in onore dell’ascesa del paese. La pianta ottagonale delle torri rispecchia la geometria della cultura islamica: due quadrati, metafora del materialismo, sono stati sovrapposti per creare una stella le cui punte simboleggiano la stabilità, l’armonia, l’unità e la razionalità. Le torri sono sede di centri commerciali, teatri, uffici, e ponti in vetro sospesi a 271 metri di altezza da cui ammirare la città. Sono circondate da un lussureggiante parco, il KLCC Park, dove fare jogging, una passeggiata o ammirare lo spettacolo delle fontane danzanti.
Un po’ ai confini del quartiere ma ben visibile ovunque tua sia, la Menara Tower è un’altra icona della città, anch’essa costruita negli anni ’90 come torre di comunicazione. Oggi è sede di un osservatorio islamico e di un ristorante girevole panoramico da cui osservare la città a 420 metri di altezza e a 360’. Ai suoi piedi, il KL Forest Eco Park dove vivere un’esperienza nella giungla e camminare su ponti sospesi, circondati da grattacieli.
Il quartiere di Bukit Bintang è pulito e moderno che si sviluppa su ampie strade e percorsi pedonali coperti, per rifugiarsi dai temporali improvvisi.
I tre luoghi iconici spirituali di Kuala Lumpur, così diversi e affascinanti, sono posizionati agli estremi della città come a proteggerla, con un’aurea spirituale che rispecchia la complessità di questo grande popolo. In ogni luogo si respira un’atmosfera unica, tra persone, costumi, linguaggio e regole, rendendo ogni visita un’esperienza differente, un viaggio nel viaggio.
La complessità destabilizza, ma credo sia davvero una grande fonte – umana – di ricchezza.
Non averne paura e non cercare di semplificarla.
La Moschea Nazionale “Masjid Negara”, costruita negli anni ’60 e capace di accogliere 15.000 fedeli. L’architettura è tradizionale, ma il tetto della cupola ha 18 punte che simboleggiano gli stati malesi e i cinque pilastri dell’Islam.
L’ingresso è gratuito, si entrare senza scarpe e vestiti in modo appropriato, ma viene ugualmente fornita una tunica alle donne. La visita si svolge guidati da un volontario musulmano che accompagna alla scoperta della ricchezza e dei valori di tolleranza e amore propri di questa religione. Per questo ringrazio le due donne volontarie che, con grande passione e rispetto, mi hanno accompagnata alla scoperta dell’architettura, dei simboli e della storia dell’Islam, una religione che ha così tanti punti di incontro con il Cristianesimo e l’Ebraismo che mi ha sorpreso nel constatare quanto sia una perdita, umanamente parlando, per il mondo contemporaneo, non conoscersi meglio.
Le Batu Caves sono il tempio induista tra i più importanti nel paese. Recentemente restaurato, oggi è una vera esplosione di colori e di illuminazione kitsch che rendono questo luogo spirituale estremamente vivace. Il tempio è ricavato all’interno di grotte calcaree a cui accedere affrontando una scalinata di 272 gradini, e schivando visitatori e scimmie impazienti di stuzzicarti. Ogni tempio ha un ingresso indipendente che richiede un biglietto diverso a prezzi sempre irrisori.
Il Thean Hou Temple, è il tempio più recente della comunità sino-malese che fonde elementi del Taoismo, del Confucianesimo e del Buddismo, basi spirituali della cultura cinese. Il tempio si sviluppa su più piani, circondato da lanterne volteggianti e punti di preghiera a cui è possibile accedere gratuitamente e partecipare, facendo un’offerta, per chiamare in causa la fortuna. Quindi, prendi in mano il gruppo di bacchette, sbattilo verso il basso ed estrai il bastoncino numerato che resta più in alto. Apri la cassetta con il numero corrispondente e leggi il tuo destino scritto dagli dei taoisti – il mio è stato così azzeccato che ancora oggi porto con me il biglietto estratto.
Non so dire cosa a me e a Lele sia piaciuto di più.
Se passeggiare in una via piena di murales o di vetrine di alta moda, se saltare su un Grab da un quartiere all’altro o fermarci all’ombra di una palma per osservare le persone nella loro quotidianità. O se mangiare ad una bancarella in strada chiacchierando con il cuoco che tiene in mano una padella bisunta oppure stare in privato in un locale ricercato dove mangiare tartufo e bere un bicchiere di vino australiano. E ancora se ballare per strada a ritmo di dance ridendo tutti insieme o assistere ad un rituale a suon di percussioni e litanie all’interno di un luogo sacro rimanendo composti e in silenzio. So solo che Kuala Lumpur ci ha stupito, come solo una città poliedrica sa fare.
Wow, che ritorno travolgente.
Terima Kasim (grazie) KL
Kuala Lumpur è una città molto economica, in linea con le più grandi metropoli del Sud Est Asiatico e offre possibilità per ogni esigenza, dallo shopping, dai mezzi, ai ristoranti, agli alloggi.
Kuala Lumpur è una città vasta ma facile da girare, ma ammetto che è stato utile spostarsi di alloggio in differenti zone della città per esplorarla meglio. Per un hotel più economico e per un’atmosfera asiatica più vivace e caotica, il mio consiglio è di scegliere Chinatown. Noi abbiamo alloggiato presso The 5 Elements Hotel Chinatown, posizione eccezionale ma servizi medi.
Se sei in cerca di un po’ di lusso e di qualche servizio in più, Bukit Bitang è la scelta giusta. Noi abbiamo alloggiato presso il Verdant Hill che ti raccomando per i servizi, la colazione e per la posizione strategica e vivace, e presso il de King Boutique Hotel KLCC, strategico e a pochi metri dalle Petronas Towers.
Kuala Lumpur vanta di un’ottima ed efficiente rete di monorotaia e metropolitana che collega i punti salienti della città e l’aeroporto internazionale (Airport train KLIA express).
La metropolitana è comoda e rapida, e operativa dalle 6.00 del mattino a mezzanotte. Il prezzo del biglietto varia dalla distanza: alle macchinette delle stazioni si seleziona la fermata di arrivo e si ottiene un gettone da consegnare all’uscita. Presta solo attenzione al vagone in cui entrerai, in quanto sono presenti sezioni dedicate alle sole donne.
I taxi sono numerosi e, in aeroporto, sono prenotabili a Level 1 presso i Metered Taxi dove segnalare la propria destinazione a un prezzo fisso.
Oggi, a mio parere, imbattibile, per capillarità, comodità e prezzo, è il servizio di Grab Car, una sorta di Uber, a cui ci siamo appoggiati molto spesso. Gli spostamenti sono da prenotare attraverso la app che, in pochi istanti, ti segnala gli autisti disponibili, monitora il tragitto e mostra subito il costo della tratta, sempre irrisorio. Abbiamo raggiunto anche l’aeroporto internazionale spendendo circa dieci euro a testa.
L’offerta gastronomica di Kuala Lumpur è impareggiabile e per ogni portafoglio.
Puoi trovare ottimo cibo alle bancarelle di street food, ti consiglio quelle nei dintorni di Petaling street, ma anche nelle food court dei centri commerciali a Bukit Bintang dove abbiamo mangiato ottimo snack pomeridiani e un sushi da leccarsi i baffi.
Per palati più ricercati, consiglio il Palillos Spanish Yakitori Bar, un ambiente alternativo ma elegante, dove abbiamo mangiato al bancone delle tapas dal sapore giapponese e profumo di tartufo, accompagnate da un ottimo bicchiere di vino.
Per entrare a Kuala Lumpur non è richiesto il visto per motivi di turismo, solo il passaporto con una validità di almeno sei mesi.
La posizione strategica all’interno nel Sud Est Asiatico e i collegamenti economici rendono Kuala Lumpur il punto di partenza perfetto per girare i paesi circostanti, quindi ti consiglio di prenderla in considerazione anche per cercare i voli intercontinentali dall’Italia e fare un piacevole stop-over.
Il Ringgit Malese (RM) è la valuta malese, dove 1 euro equivale a circa 5 RM (aprile 2023). È possibile cambiare i soldi negli Exchange presenti in aeroporto e nelle città. Valida alternativa, più semplice e veloce, è prelevare direttamente agli sportelli ATM, quindi assicurati, prima di partire, di avere una carta di credito accettata e di avvisare la tua banca che sarai al di fuori dell’Unione Europea. Noi abbiamo utilizzato il Circuito Mastercard senza difficoltà.
Kuala Lumpur è una città moderna e vivace, e non mi sono mai sentita in difficoltà o in pericolo. Il mio consiglio è di mantenere le stesse accortezze che useresti a casa. Per gli spostamenti internazionali, ti consiglio sempre di compilare la pagina della Farnesina Dove siamo nel mondo.
Situazione sanitaria
In generale, non sono previste vaccinazioni obbligatorie. Kuala Lumpur è, inoltre, una città all’avanguardia con un ottimo servizio sanitario privato in cui poter effettuare in loco le cure.
Essendo il clima equatoriale, il rischio maggiore riguarda le malattie trasmesse dalla zanzara, ma noi abbiamo avuto problemi un brutto raffreddore causato dal mix umidità esterna e aria condizionata interna, tipica dei centri commerciali e degli hotel in Asia.
Munisciti quindi di spray “tropical” e Bio-kill da spruzzare addosso, sugli abiti e nella stanza in cui dormirai, e di medicine che useresti anche a casa, con maggiore accortezza a raffreddore e a digestione. La cucina malese è ottima ma molto differente dalla nostra per la presenza di spezie e tipologie di cotture, quindi ti consiglio di fare una cura di fermenti lattici prima di partire.
Non dimenticarti di stipulare un’assicurazione medica di viaggio che copra interamente le spese qualora fossero necessarie delle cure, anche se ti auguro di non usarla, è l’unico modo per partire sereni e protetti.
Kuala Lumpur ha un clima equatoriale, quindi caldo e umido tutto l’anno. È possibile in ogni stagione, ma quella estiva ha precipitazioni meno frequenti. Il fuso orario malese è + 6/7 ore rispetto all’Italia, in base all’ora legale e al Ramadan (per comprendere meglio il Ramadan, ti rimando al post dedicato sull’itinerario di 12 giorni in Borneo).
Kuala Lumpur è una città tollerante e moderna, dove ogni persona è libera di scegliere come vestirsi in rispetto della propria credenza. Le restrizioni sul vestiario sono presenti per accedere ai luoghi di culto, quindi porta con te abiti adeguati, ma spesso ti verranno consegnati o potrai noleggiare delle tuniche per coprire gambe e spalle.
I bar e i locali vendono alcolici, ma il mio consiglio è sempre quello di mantenere un comportamento moderato e rispettoso.
La lingua ufficiale è il malese, ma quasi tutti in città comprendono e parlano l’inglese. Grazie al telefono funzionante (vedi il paragrafo sotto) avrai sempre a disposizione il traduttore, non ti imbarazzare nell’utilizzarlo. Alcune parole utili da sapere nella lingua locale che possono esserti sempre di aiuto e fare bella figura:
Appena atterrati a Kuala Lumpur abbiamo fatto un sim locale capitando, per caso, da Celcom che si è rivelato un operatore telefonico ottimo. Ti consiglio di scaricare sul telefono un VPN che ti consente si navigare sempre in totale sicurezza e serenità.
Un ringraziamento speciale a Gabriele, mio compagno di vita e di avventura, che mi ha riaccompagnato alla scoperta di questa vibrante città.
Una psicologa con la valigia sempre in mano.
Benvenuti nel blog di Psicologia del viaggio.
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